venerdì 15 novembre 2013

Confessions, di Kanae Minato

Devo ammettere di aver iniziato la lettura di Confessions di Kanae Minato trascinandomi appresso un piccolo carico di preconcetti personali sulla società giapponese.

Devo anche ammettere però che la lettura non me ne ha sconfessato neppure uno.
Ma non importa, perché non è la sola società giapponese ad uscire malconcia dalle pagine del racconto: è la società occidentale di oggi in toto, con le sue incoerenze macroscopiche e, forse, insanabili.

L'evento scatenante, il cuore della storia, si svolge ancor prima che inizi il racconto: la bimba di quattro anni della professoressa Moriguchi Yuko è morta. Ed è stata uccisa, ha scoperto lei pressoché per caso, proprio da due suoi studenti.

Il romanzo è un racconto visto da più angolazioni che ripercorre la genesi di questo orribile quanto assurdo omicidio (mi scuserete se non uso "femminicidio", ma sono sempre stato un personaggio poco à la page) e le sue conseguenze. 
La narrazione passa attraverso lo sguardo, il pensiero e le parole, i malesseri e le speranze, i sogni infranti, le delusioni e le illusioni dei protagonisti del gesto criminale e di coloro che vivono loro accanto.

Quel che fa male non è solo la barbarie dell'assassinio e neppure la futilità dei moventi. Non è nemmeno la giovanissima età della vittima o quella dei carnefici, adolescenti delle scuole medie.

Quel che davvero colpisce lo stomaco è il pensiero, di più, la consapevolezza, che qualcosa del genere potrebbe davvero capitare. E non solo nel lontano paese del sol levante, ma proprio qui, accanto a noi.
Perché l'abominevole normalità dei due piccoli assassini non è poi tanto lontana da quella di alcuni adolescenti nostrani e gli atteggiamenti deliranti delle loro famiglie si riscontrano facilmente un po' ovunque nella società occidentale contemporanea.

Da leggere con attenzione. E meditare bene.

Ah, dimenticavo: dal libro è stato tratto un film. Una sera di queste, appena la mia dolce somarella finirà la lettura del romanzo, mi ci butto.

4 commenti:

Rado il Figo ha detto...

Una sera di queste, appena la mia dolce somarella finirà la lettura del romanzo, mi ci butto.

Estrapolata così, pare ti voglia buttare nella tua dolce metà! Sporcaccione :-)))

Nicholas ha detto...

A livello di prosa come è?
Perchè io un paio di romanzi giapponesi me li sono anche letti ma lo stile di scrittura è (almeno per quelli che ho visto io) molto inferiore alla media dei romanzi inglesi o americani: sono pieni di descrizioni, infodump e raccontato.
Questo scorre bene?

brain_use ha detto...

Beh, non è King o Lansdale.
Non è neanche Manzoni.
Ma scorre e val la pena leggerlo.

Nicholas ha detto...

Finalmente l'ho trovato on line, ora me lo kindlo.