martedì 24 dicembre 2013

Merry Christmas to all of you!

Merry Christmas to all of you!

giovedì 12 dicembre 2013

Eccone un altro...

Non ci crederete mai!

Mazzucco-ne torna in Italia!
E corre subito a fare una bella conferenza sulle scie cOmiche a Treviso!

Ci mancava proprio, dopo Chiesa e il suo gruppo che "spacca il silenzio" (o comediavolodiceva), dopo i brothers sanremesi sciecOmici, dopo i tanti parlamentari grillOTI che ci deliziano (si fa per dire, eh...) con le loro tesi una più sciroccata dell'altra.

Ci mancava proprio, eh sì.

lunedì 9 dicembre 2013

Non c'è più il NORAD di una volta...

Battute a parte, sono parecchi anni che il North American Aerospace Defense Command si occupa della difficile impresa di tracciare Babbo Natale durante la sua traversata aerea lungo tutto il globo terrestre. La storia, davvero curiosa, si trova direttamente nel sito del progetto alla voce (anche in italiano) "Norad HQ".

Consiglio a tutti di prepararsi al Natale con NORAD Santa Tracker, usufruibile via browser o anche come app. Al momento il progetto mostra un semplice countdown con scadenza fissata alla vigilia di Natale, in attesa della partenza della slitta di Babbo Natale e della vera e propria attività di tracciamento.
Ma è possibile ingannare l'attesa con musiche di Natale e giochi.
Buon divertimento!

giovedì 5 dicembre 2013

Sintesi perfetta

http://www.lastampa.it/2013/12/05/cultura/opinioni/buongiorno/bordellum-6c5GqlVVfwhmWOyxe0EGjP/pagina.html

martedì 3 dicembre 2013

martedì 26 novembre 2013

Incipit

Il cosiddetto siero Bonifacio è un composto a base di feci e di urina di capra che, a detta del suo inventore, avrebbe effetti terapeutici per la cura dei tumori, asserzione tuttavia priva di riscontri e fondamento scientifico.
Il cosiddetto Metodo Di Bella (o multitrattamento Di Bella in sigla MDB) è una terapia alternativa per il trattamento dei tumori, che è priva di riscontri scientifici circa i suoi fondamenti e la sua efficacia. Ideata dal medico Luigi Di Bella, fra il 1997 e il 1998 fu oggetto di una grande attenzione da parte dei mass media italiani.
Il metodo Stamina è un controverso trattamento terapeutico a base di cellule staminali inventato da Davide Vannoni, laureato in lettere e filosofia
I grassetti, ovviamente, sono miei.

A me pare di intravvedere, in questi 3 incipit (indovinate un po' da dove vengono?), un tono di oggettività via via sempre meno marcato. Soprattutto quel passare da "composto" a "terapia alternativa" a "trattamento terapeutico" segnala un riconoscimento di dignità ben diverso alle tre ciarlatanate.

Perché, mi piace ricordarlo, anche il cosiddetto "metodo stamina" appartiene all'ampia categoria delle ciarlatanate, in assenza di dimostrazioni contrarie, che ad oggi mancano del tutto, e nonostante il furor di popolo dei soliti ignorantelli pronti a credere, obbedire, combattere che invece nel nostro paese abbondano sempre.
Probabilmente, questo diverso uso dell'italiano, è un effetto secondario di quel gran medico che, diceva mia nonna, è il trascorrere del tempo.

martedì 19 novembre 2013

In principio fu JFK

In almeno due sensi.

In senso storico, la tragedia dell'omicidio Kennedy ha costituito uno shock emotivo impresso indissolubilmente in un'intera generazione di americani, paragonabile solo a quello provocato dagli attentati dell'11 settembre 2001.

In senso cospirazionista ha costituito l'archetipo di tutte le successive pseudo-cospirazioni di ogni genere e sorta.

Viene persino prima dei libelli pseudo-archeologici e para-scientifici di Berlitz sulle civiltà antiche e sul Traingolo delle Bermuda. E le tecniche utilizzate per creare miti come quello del "magic bullet" non sono dissimili da quelli dei cospirazionisti undicisettembrini di oggi: uso di informazioni parziali, interpretazioni fuorvianti, affermazioni sensazionalistiche.

In questi giorni in cui ricorre il cinquantenario dell'evento è doveroso un pensiero a quello che fu un Presidente degli Stati Uniti entrato nella Storia, anche se a volte con toni vicini al romanzato, ma è anche opportuno ricordare la realtà dei fatti storici di quel giorno.

Raccomando ai miei cinque lettori il prontuario pubblicato da Massimo Polidoro e, per approfondimenti, il bel sito di Federico Ferrero, johnkennedy.it: in questi giorni vedrete che non mancheranno le occasioni di parlarne anche al Bar Gino.

venerdì 15 novembre 2013

Confessions, di Kanae Minato

Devo ammettere di aver iniziato la lettura di Confessions di Kanae Minato trascinandomi appresso un piccolo carico di preconcetti personali sulla società giapponese.

Devo anche ammettere però che la lettura non me ne ha sconfessato neppure uno.
Ma non importa, perché non è la sola società giapponese ad uscire malconcia dalle pagine del racconto: è la società occidentale di oggi in toto, con le sue incoerenze macroscopiche e, forse, insanabili.

L'evento scatenante, il cuore della storia, si svolge ancor prima che inizi il racconto: la bimba di quattro anni della professoressa Moriguchi Yuko è morta. Ed è stata uccisa, ha scoperto lei pressoché per caso, proprio da due suoi studenti.

Il romanzo è un racconto visto da più angolazioni che ripercorre la genesi di questo orribile quanto assurdo omicidio (mi scuserete se non uso "femminicidio", ma sono sempre stato un personaggio poco à la page) e le sue conseguenze. 
La narrazione passa attraverso lo sguardo, il pensiero e le parole, i malesseri e le speranze, i sogni infranti, le delusioni e le illusioni dei protagonisti del gesto criminale e di coloro che vivono loro accanto.

Quel che fa male non è solo la barbarie dell'assassinio e neppure la futilità dei moventi. Non è nemmeno la giovanissima età della vittima o quella dei carnefici, adolescenti delle scuole medie.

Quel che davvero colpisce lo stomaco è il pensiero, di più, la consapevolezza, che qualcosa del genere potrebbe davvero capitare. E non solo nel lontano paese del sol levante, ma proprio qui, accanto a noi.
Perché l'abominevole normalità dei due piccoli assassini non è poi tanto lontana da quella di alcuni adolescenti nostrani e gli atteggiamenti deliranti delle loro famiglie si riscontrano facilmente un po' ovunque nella società occidentale contemporanea.

Da leggere con attenzione. E meditare bene.

Ah, dimenticavo: dal libro è stato tratto un film. Una sera di queste, appena la mia dolce somarella finirà la lettura del romanzo, mi ci butto.

venerdì 8 novembre 2013

"In considerazione delle difficoltà rappresentate dagli operatori nell’effettuare la comunicazione"

Continuo a pensare di vivere in un paese ri-di-co-lo.

Ed è un eufemismo evidente.

mercoledì 16 ottobre 2013

Bobbies, parte seconda.

Oggi mancavano due vigili.
Tre minuti netti.

Com'è lo smiley sotto shock...?

lunedì 7 ottobre 2013

Corsi e ricorsi (?)

"I partiti politici erano troppi (nel 1930 dieci di essi raggiunsero ciascuno oltre un milione di voti) ed erano troppo presi dai contrastanti progetti e dalla difesa dei loro particolari interessi economici e sociali per poter essere in grado di superare le loro divergenze e di formare una maggioranza durevole al Reichstag a sostegno di un governo stabile in grado di combattere contro la più grave delle crisi [...] "

William L.Shirer, "Storia del Terzo Reich", Torino, Einaudi, 1963, p. 166

giovedì 3 ottobre 2013

Bobbies?

Ogni mattina, prima di recarmi in ufficio, porto mio figlio a scuola.

C'è un tratto, fra le medie che frequenta e il mio ufficio, che richiede all'incirca una decina di minuti abbondanti, a causa dell'intenso traffico dovuto proprio all'orario di ingresso scolastico.

Stamani, mancava uno dei tre vigili che regolamentano il flusso delle auto, proprio quello del punto più congestionato.

Sono arrivato in ufficio in cinque minuti scarsi.

C'è qualcosa che non torna.

mercoledì 2 ottobre 2013

C'è offesa e offesa

Per chi non avesse seguito la vicenda, Enrico Mentana ha messo in onda un servizio che traduceva erroneamente uno slogan di Mastercard che dice così: "Not having to figure out Italian for ‘I can’t pay you now’".

La frase, in inglese, significa semplicemente "Non dover cercare di capire come si dice ‘non posso pagare ora’ in italiano" e non, come annunciato con toni scandalizzati e piccati dal Tg La7: "Potere evitare di fare gli Italiani per dire 'non posso pagare adesso'".

Ho cercato di capire come sia stato possibile tradurre Not having to figure out con Potere evitare di fare, ma, per quanto mi sforzi, non capisco. A meno che qualche geniaccio abbia pensato che "to figure out" stesse per "fare la figura" o qualcosa del genere. Nemmeno il traduttore automatico di gurgle è così grezzo e impreciso. Ma non importa: non è il primo errore del giornalismo usa-e-getta italiano, non sarà l'ultimo e non è nemmeno il più grave.

Quello che però mi fa pensare è la reazione, o meglio, la mancanza di reazione dell'italiano medio alla notizia che, se corretta, avrebbe rappresentato un vero insulto. Mi permetterei di escludere l'ipotesi che tutte le Sciure Maria (e, per par condicio, i Scior Mario) dei bar di tutt'Italia abbiano subito notato l'errore della traduzione dall'inglese.

Perché dunque non si sono gettati a terra scandalizzati e non hanno riempito Twitter e Facebook di motti scandalizzati, com'è invece capitato qualche giorno fa quando un libero cittadino, senza offendere nessuno, si è permesso di dire la sua sulle politiche di marketing della sua azienda?

Sarà che l'italiano medio sotto sotto un po' si sente davvero il furbino di quartiere un po' pezzentello sottinteso dall'erronea interpretazione dello slogan Mastercard?

O sarà che tutta l'indignazione che ha coinvolto prima il web nostrano e poi anche l'opinione pubblica internazionale nel caso Barilla è stata un po' esagerata?
Magari funzionale, non lo metto in dubbio... ma un tantinello esagerata. No?

sabato 28 settembre 2013

Registri linguistici

Da una "versione" della voce relativa alle scie cOmiche sull'italica uicchi, fortunatamente cassata.

E' interessante, però, constatare i contenuti scientifici, lessicali e persino ortografici del tipico testo compilato dai credenti.

Nella speranza che sia stato scritto da un bimbo delle elementari.
C'è un che di poetico, però in quell' "apparte quelle che vengono in autunno", non trovate?

giovedì 26 settembre 2013

Dimorfismo sessuale


Si sa che i media vanno a mode periodiche: c'è il periodo dei pirati della strada, quello degli orchi via web, quello degli ubriachi al volante.
Questo è il periodo del femminicidio e dell'omofobia.

"Femminicidio", fino a un po' di tempo fa, era solo un buffo termine da acculturati con la puzza sotto il naso e tendenze veterofemministe o, al più, uno dei tanti orribili neologismi da giornalisti in caccia di audience.
Oggi invece, non si capisce bene perché, pare che improvvisamente a morire siano solo donne per mano dei loro compagni, ex-compagni o spasimanti, tanto che qualcuno si è preso la briga di controllare i dati effettivi (con discrete sorprese sulle percentuali M/F).
Nonostante le sorprese, sembra che un reato previsto dal codice penale alla voce "omicidio", ovvero uccisione di un essere umano, con tutte le sue accezioni, attenuanti ed aggravanti, sia diventato improvvisamente insufficiente per definire un crimine, qualora la vittima sia di sesso femminile. Ecco quindi la solita pletora di giornalisti, politici, showman e pensatori assortiti tutti a richiedere a gran voce la definizione di un nuovo reato, creato ad-hoc per la bisogna.

Se non è discriminazione sessuale questa, non so quale possa esserlo. Ma essendo oggetto di discriminazione lor signori uomini, che non possono fregiarsi di essere a loro volta occasionali vittime di maschicidio, immagino nessuno ci trovi nulla da ridire.

L'omofobia è altrettanto di moda, lo sappiamo.
Ci sono cafoni di diverso orientamento politico (anche se spesso più orientati verso uno dei due estremi) che non apprezzano la libertà di orientamento sessuale altrui al punto di dileggiare coloro che gradiscono persone del loro stesso sesso (omo) invece che di sesso diverso (etero). E ci sono delinquenti che vanno oltre il dileggio fino a far sembrare necessaria e, come potrebbe non esserlo, urgente, una legge che protegga le vittime di aggressione (reato già ben noto al legislatore, al giudice e al carabiniere) ove la vittima sia omo.

Infine, ci sono anche coloro che, lungi dall'avere qualsiasi intento denigratorio o men che meno aggressivo, si permettono di decidere di pubblicizzare la loro pasta un po' come gli pare e dunque vengono - loro sì - aggrediti. Almeno verbalmente.*

Al solito, da buon somaro nemico della violenza, [mode politically correct ON - però è vero] non posso che confermare che non farei del male a una donna nemmeno con un fiore e che posso annoverare fra gli amici (quelli veri, in carne e ossa e non le figurine su facebook) anche alcuni esponenti dichiaratamente gay (e almeno un bisex), coi quali chiacchiero allegramente ed ho normalissimi rapporti umani.
[mode politically correct OFF] Addirittura, mi dichiaro favorevole al modaiolo matrimonio gay: se due persone si vogliono bene, che siano cromosomicamente XY-XX, XY-XY o XX-XX a me nulla ne cale. A dirla tutta, pure se fossero un gatto e un criceto non mi interesserebbe: gli affetti sono loro e la vita pure.
Ho qualche riserva invece sull'adozione da parte di coppie gay, ma di questo parliamo un'altra volta, ché il discorso si fa lungo e scivoloso.

Continuo però anche a ritenere che ci sia in giro troppa gente che, evidentemente, non ha nulla da fare tutto il giorno e troppe tastiere per le mani.
E troppa gente che dovrebbe lavorare di piccone, invece che di cervello.


p.s.
* Leggere l'elenco di chi ha letto senza scandalo, come me, le dichiarazioni di Guido Barilla mi porta alle labbra un terribile Oh My God!  Passi per la deputata Pdl, passi persino per Forza Nuova... ma il Moige... il Moige no...  :-O

La Stampa, le scie cOmiche e i fuffari

Solo una segnalazione rapida.

E, già che ci siamo, l'ultimo, esilarante, dei tanti post dedicato agli scIeMOcOmici da Perle Complottiste!

mercoledì 11 settembre 2013

The Rising


sabato 17 agosto 2013

Roba da faccialibro.

Ma tanto, tanto vero.

mercoledì 14 agosto 2013

Sic transit gloria mundi

"Il 1973 era l'anno della crisi energetica, quando richard Nixon dichiarò che non era un imbroglione e quando morirono Edward G. Robinson e Noel Coward" (Joyland, Stephen King, pag. 3).

Io:  
Accidenti, il 1973! E' così tanto che è morto Edward G. Robinson...?

La mia dolce metà:  
Chi?

lunedì 15 luglio 2013

Attivisti e integralisti

Qualche tempo fa ho avuto una conversazione (che non riporto perché condotta in privato) con un conoscente che si autodefinisce "attivista della legalità".

Per mia forma mentis, sono abituato ad ammettere a priori la possibilità di avere più o meno torto così come più o meno ragione.

Così, sono rimasto letteralmente basito nel trovarmi improvvisamente cacciato dagli "amici di faccialibro" perché - orrore - avevo osato sostenere che no, non sempre gli autovelox sono giusificati da esigenze di sicurezza e no, non sempre i limiti di velocità sono effettivamente corrispondenti alle caratteristiche del piano viario e dell'area circostante.

La cosa mi ha portato a riflettere molto.
L'unica spiegazione razionale che trovo è che esistono molte forme di integralismo.
Tutte ugualmente idiote.

martedì 4 giugno 2013

Qualcuno, ogni tanto, ci arriva

A quanto pare la Corte dei Conti, che in effetti non è composta dai soliti dilettanti allo sbaraglio che vediamo in Parlamento e, purtroppo, in alti ruoli direttivi, è giunta alla stessa conclusione cui era arrivato a suo tempo questo semplice somaro:
"il clamore mediatico suscitato dal nuovo meccanismo di ricostruzione sintetica dei redditi appare francamente sproporzionato alle limitate potenzialità dello strumento e alla presumibile efficacia dello stesso"

"la rilevazione sistematica delle operazioni verso i consumatori finali di importo pari o superiore a 3.600 euro" potrebbe aver "indotto effetti negativi sui consumi o, peggio [...] incrementato la propensione a effettuare acquisti di beni e servizi "in nero""
Immagino che pretendere che ci arrivasse da sola l'Agenzia delle Entrate, prima di inventarsi l'ennesima italiOTAta (leggasi "Redditometro") fosse pretendere troppo.

La lotta all'evasione si fa in un modo solo: tasse tollerabili e magnolate (vere) agli evasori (veri).
Ma è roba da somari, mica da Stato ItaliOTA.

Remember


Never forget.

mercoledì 29 maggio 2013

E' colpa di chi?

Certe notizie mi lasciano basito.

All'orrore e allo sconcerto di una morte scelta per il dolore di quanto ha subito per mano proprio di coloro che considerava suoi amici, si aggiunge lo stupore per la pochezza di pensiero di certune iniziative, tipicamente italiOTE.

A prescindere da ovvie considerazioni pratiche sull'impossibilità di vigilare in modo così stretto da parte di chi fornisce un semplice servizio, non posso fare a meno di constatare il consueto e deleterio atteggiamento di chi abdica alla propria responsabilità, delegandola a terzi.

Così capita a partire dalle scuole: "Non li ha educati abbastanza, i nostri figli", si è sentita dire un'insegnante elementare da un genitore che parlava di suo figlio che disturbava una recita.

Io ho un figlio minorenne.
Ha ed usa Facebook, come tutti i suoi compagni ed amici.

Con cadenza praticamente quotidiana, io - e non Facebook - verifico cosa pubblica.
Se pubblicasse insulti o peggio, in giornata il suo post verrebbe rimosso, non da Facebook ma direttamente da lui.
E l'eventuale vittima del suo comportamento scorretto riceverebbe immediatamente le scuse sue. E mie.

Perché se mio figlio fa puttanate su interDet, la colpa è prima di tutto sua e poi mia, non di Facebook o di chicchessia altro.
Sua perché, anche se è minorenne, non è più un bambino e deve saper riconoscere il bene e il male.
Mia perché evidentemente dimostrerei di non aver saputo educarlo adeguatamente, né di avergli  trasmesso i giusti valori.
Dulcis in fundo, non avrei nemmeno saputo controllare il suo comportamento.

A volerla dire tutta, mio figlio non vede film porno in tv dopo mezzanotte, ma non perché la tv non li può tramettere.
Semplicemente perché a quell'ora dorme. Cosa strana, immagino. In compenso, se mio figlio fosse in finale ad x-factor, non troverei strano che a mezzanotte potesse partecipare alle ultime battute della trasmissione...

Cerco di evitargli film di violenza gratuita, ma non dove essa è funzionale e veicolo di un messaggio positivo (Schindler's List, Salvate il soldato Ryan...).
Così pure però gli evito idiozie capaci di spegnere la mente, anche quelle che hanno preso il Premio Nazionale Tv Educativa e anche se vengono regolarmente trasmesse in prima serata (sai com'è: l'importante è non far vedere le tette...).

Questo equivoco, che porta i più a ritenere che il non essere compiutamente maturi sia sinonimo di totale irresponsabilità ed incapacità, fa sempre più danni.
E questo atteggiamento che cerca sempre "altrove" il colpevole, fa crescere ragazzi che credono di essere impuniti e impunibili qualsiasi cosa facciano.

Alla fine, dietro a tutto sta una buona dose di ipocrisia e di comodo.
E' ora di invertire la marcia.

L'inchiesta di Messer Dieu chirurgo e visionario nel regno di Francia

Ogni tanto, mi piace dedicare due righe a qualche tomo, romanzo o saggio che sia, che mi ha interessato per qualche ragione particolare e che magari non è conosciuto a livello globale.

Non servirebbe a molto, credo, scrivere la mia personale recensione ai Promessi Sposi, alla Divina Commedia, a It, al Signore degli Anelli o alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, anche se qualche tempo fa mi ha provocato un moto d'orgoglio sentirmi dire che circolano ancora alcune mie vecchie relazioni al liceo della mia città.
Ma magari può incuriosire qualcuno sentir parlare de "L'inchiesta di Messer Dieu chirurgo e visionario nel regno di Francia", di Franz-Olivier Giesbert.

La storia è ambientata nel 1545, all'epoca di re Francesco I e del massacro dei Valdesi in Provenza, nelle zone del Luberon e della cittadina di Mérindol.
Il romanzo si snoda su entrambi i piani: la vicenda storica e quella di fantasia.

Lo sfondo, raccontato con una ricchezza di riferimenti storici e con una capacità espressiva che lo rende vivissimo, ci è fornito dalla drammatica persecuzione della comunità Valdese, condotta con una ferocia spietata. Pochi tra gli eretici troveranno scampo dalla morte, dalla prigionia, la tortura e il rogo.

Nel bel mezzo di questa sanguinosa settimana di eccidi, assai meno conosciuta dell'altrettanto cruenta Crociata degli Albigesi di qualche secolo prima, si muovono le vicende di un serial killer che uccide e fa a pezzi innocenti fanciulle, strappando loro il fegato.

Leggiamo così di pagina in pagina le cronache dell'indagine personale di Jeahan Dieu de La Viguerie, medico, anzi "medico e chirurgo del Re", come lui stesso ama definirsi, che si muove accanto e dentro gli accadimenti orridi che la Storia sta dipingendo attorno a lui, alla ricerca del criminale e nel tentativo comprendere l'enigma impensabile che si cela dietro a quelle morti assurde.

Incontrerà nel suo vagabondare inquisitori e assassini, condannati e carnefici, santi e manichei, nefandezze e sete di potere, ferocia e vendette e, nella furia del massacro, salverà una giovane valdese che gli donerà un amore difficile ma sincero. Man mano che la lettura procede, va scemando l'interesse per l'assassino delle fanciulle che aveva catturato il lettore all'inizio, di fronte alla dimensione delle vicende storiche e alla drammaticità delle avventure di Dieu, ma tornerà, in un finale che svelerà l'enigma in una soluzione probabilmente imprevista.

Messer Dieu non è solo chirurgo e avventuriero: le vicende della vita lo hanno portato a confrontarsi con la filosofia orientale al punto che lui stesso crede nella reincarnazione. Eretico tra gli eretici, tiene addirittura un diario in cui annota le esperienze capitategli nelle vite precedenti e che lo porterà ad affrontare lui stesso le attenzioni dell'Inquisizione.

Alla fine tutto sembrerà perduto: il lieto fine non potrà arridere a Jehan, non in un'epoca e in un contesto che conosce solo orrore. Ma non è con amarezza e delusione che si chiude il roimanzo, aprendo semmai uno sprazzo di vera immortalità alla giustizia e all'amore per l'umanità che è primo motore di messer Dieu: "Quanto alla sepoltura di Jean Dieu de La Viguerie, non è mai stata trovata, ma lui è dappertutto. Lo si scorge nello sguardo dei pastori. Palpita nelle erbe di Provenza. Giace nella carne del monte. Abita anche nel vento che passa..."

Ecco: quel sud della Francia che ha dato i natali ai trovatori e all'amor cortese, ci ricorda qui invece tutte le piaghe che la Storia ha impresso col fuoco e col sangue nei territori della Linguadoca e della Provenza. Qui c'è anche l'amore, con la sua forza più pura, ma ciò che prevale sono ferocia, avidità, opportunismo e l'ipocrisia che li maschera coi valori cristiani. Pagina dopo pagina ci si trova immersi in um mondo passato con orrori che stupiscono ancor più per la loro ordinarietà e la loro presunta normalità, con personaggi che emergono proprio per la morbosità degli aspetti più deteriori dell'animo umano.

E' proprio in questo l'amara attualità del romanzo: siamo sicuri di aver oltrepassato quei tempi, quel buio e quell'accettazione dell'orrore che è passiva complicità coi carnefici?

Qualcuno ha accostato l'opera, grazie anche alla scelta del linguaggio ricco di termini desueti e di toni arcaici, agli scritti di Eco e in particolare al Nome della Rosa, dato anche l'impianto giallistico del racconto, l'epoca dei fatti e la presenza costante e inquietante dell'Inquisizione. Personalmente invece, nonostante l'ambientazione comune e la formula del romanzo storico, non vi ho trovato granché del Nome della Rosa, né nei personaggi, né nella struttura, né nello stile. Anche il linguaggio è più crudo di quello di Eco, più vicino alla macelleria che permea il racconto.

Il mio pensiero semmai è corso subito alle Operette Morali che non c'entrano quasi nulla sul piano contenutistico ma che hanno in cumune i continui frammenti di riflessione che si intercalano lungo tutto il romanzo alla cronaca dei fatti, l'amore per l'umanità che muove ogni scelta di Dieu, persino l'omicidio, il raffronto costante dell'uomo con la Storia e col mondo che lo circonda e persino la ricerca formale di un registro espressivo alto, altissimo.
E' un parallelo assai azzardato il mio, non crocefiggetemi e prendetelo con mille pinze, ma è quel che mi è venuto d'istinto e ve lo offro per quel che vale.

"L'inchiesta di Messer Dieu chirurgo e visionario nel regno di Francia" non è però solo riflessione e contesto storico, ma anche un buon romanzo per riempire una giornata piacevole.
Buona lettura.

martedì 28 maggio 2013

Ne resterà soltanto uno.

Ogni volta che apro l'elenco referer del mio miniblogghetto di periferia (se Paolo Attivissimo considera il suo un blog di campagna che posso mai dire io, semplice somaro?) mi ritrovo tra le mani almeno un paio di gurgolate che cercano gli Anelli dell'immortalità di Alex Chiu.

Non ho voglia di mettermi a spiegare a chi perde tempo a cercare una baggianata simile le ragioni scientifiche per cui i medesimi sono, appunto, una delle più clamorose fesserie abbia mai sentito nominare.
Addirittura più idioti dei già ridicoli "power balance", di cui si è occupato persino Altroconsumo.
Anche perché l'ha già spiegato benissimo il solito Salvo su Medbunker al quale rimando chiunque voglia capire invece di credere.

Però colgo l'occasione per una richiesta: o futuri acquirenti della scoperta del millennio... tornate qui dopo un po' a documentarci i miracolosi esiti dei vostri acquisti.
Così, tanto per testimoniare ai posteri.

Infine, ne approfitto per un messaggio personale per quel visitatore che è arrivato qui cercando "come diventare complottisti".
Non puoi, carissimo/a. Complottisti si nasce.
Come disinformatori al soldo del NWO, del resto.
Se hai capito l'ironia, ad esempio, non potrai mai entrare nella redazione di luogocomune. Men che meno collaborare con gli sciecOmici.
Non hai speranze, insomma.

sabato 25 maggio 2013

Motti di Tolleranza, Fratellanza, Rispetto Reciproco.

Il sottoscritto è da sempre un fermo sostenitore della nota frase (mal) attribuita a Voltaire: "Io non approvo ciò che dici ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo".

Così pure ho sempre fatto mia quell'altra bella frase, attribuita (stavolta credo correttamente) a Martin Luther King: "La mia libertà termina dove inizia la vostra".

E, senza volersi dilungare oltre misura, credo che un ottimo sunto dei concetti cui si rifà il titolo stia in quest'ultima frase, concisa e bellissima, di cui credo conosciate l'autore, anche se immagino non lo conosca l'omuncolo della foto: "amatevi gli uni gli altri".

E' per questo che non riesco a capire, non riesco proprio, nonostante abbia amici di fede islamica e proprio perché credo fermamente nei valori della Libertà, del Rispetto, della Fratellanza.
Non riesco proprio a capire come si possa arrivare a ritenere che:
he [the suspect] was being very courageous.
Lui è stato molto coraggioso
Under Islam this can be justified
nell'Islam questo può essere giustificato
peggio ancora:
To people around here [in the Middle East] he is a hero for what he has done.
per le persone qui [in Medio Oriente] è un eroe per quel che ha fatto.
Ecco...
Amici musulmani, dimostrateci che non è vero e che l'illuminismo, la rivoluzione francese, quella americana, il secolo dei lumi non sono passati invano.

Dimostrateci che non credete affatto che un imbecille che uccide un uomo disarmato a sangue freddo possa essere un eroe per nessuno.

E che un idiota che sostiene "interpretazioni" del genere non merita alcun seguace ma solo di essere considerato quello che è: un avvoltoio ignorante uscito per uno scherzo del destino dalle pieghe più buie del medioevo.

venerdì 24 maggio 2013

Dagli scilipoti alla brace 2

Dopo il grillino che crede ai microchip per controllare il pensiero e quello che si beve (sic) il complottone del DHMO, poteva forse mancare il grillino che crede alla frottola del signoraggio?

No di certo.
Come ho già avuto occasione di dire, dagli scilipoti alla brace.

A quando le scie cOmiche e i grattacieli distrutti dalla nanotermite l'11/9?
Ah già: loro volevano Dario Fo come presidente della Repubblica. Quello del nobel e dei "5 metri, ripeto 5 metri".

giovedì 9 maggio 2013

Supercazzole da record

Ebbene sì, lo ammetto: fino a mezz'ora fa non conoscevo il pregiatissimo "Progetto 3M" (di cui non linko il sito ma che trovate facilmente su gurgle e che vi passo freezato), che naturalmente non c'entra un emerito beep con l'omonima multinazionale.

Me l'ha fatto conoscere un commento su Medbunker, già di per sé un bel concentrato di supercazzola o, come scrive giustamente Riccardo (D.O.C.), un bell'esempio di idiozia sesquipedale multipla:
la scienza non deve MAI perdere di vista il suo UNICO obiettivo della FELICITA'(situazione biofisica di minima energia strutturale) della specie umana, e quindi di SOLUZIONE PRATICA DEI PROBLEMI, in OGNI facoltà scientifica, altrimenti la scienza stessa rimane una PURA LUCUBRAZIONE MENTALE, e procede, di conseguenza, proprio nella direzione esattamente OPPOSTA a quello per cui è nata.
Se avete voglia di rotolarvi dalle risate, andate a leggere quel che scrivono "molte centinaia di scienziati specialisti" in quel sito.

Non perdetevi poi il meraviglioso "intermezzo musicale al covegno exoterico olistico di Terni organizzato da: movimento olo-scientifico, collana eXoterica, edizioni si, david icke meetup, democrazia diretta sovranità monetaria ,fruttarismo sostenibile ,ecovillaggi fruttariani e specie umana progetto 3M" (grassetti miei ma errori ortografici del testo originale!) che trovate sul tubo.
Imperdibile.


Aggiornamento:

ho scaricato il "libro".
1700 ripeto 1700 pagine di put... ehm, facezie.
Stasera, se non muoio di risate, me ne leggo un pezzo.

martedì 16 aprile 2013

Il Colpevole - Lisa Ballantyne

C'è chi mi ha detto d'essere rimasto turbato dalla lettura di questa notevole prima opera di Lisa Ballantyne.

In effetti, non si può rimanere indifferenti alle due storie che si compenetrano vicendevolmente, quella di Sebastian, il ragazzino colpevole (o no?) di un terribile omicidio ai danni di un coetaneo, e quella del suo avvocato Daniel, sfuggito ad un possibile destino criminale grazie all'adozione nella prima adolescenza da parte di Minnie, donna sola e profondamente segnata dall'incidente che le è costato la vita della figlia e, indirettamente, del marito.

Ma non è la storia investigativa ad occupare l'attenzione del lettore così come dell'autrice. Delle indagini e del processo non importa se non come sfondo tragico per la vicenda umana del ragazzino presunto colpevole così come del ragazzo che, nell'anima dell'avvocato, riemerge tra ricordi, sensi di colpa e lacerazioni della coscienza e dei sentimenti.
Le due vicende si intersecano intimamente e l'approfondimento psicologico dei personaggi è tale da non permettere al lettore di rimanere neutro: è necessario prendere una posizione, che sia di simpatia o di disapprovazione, nei confronti delle scelte di vita di Daniel non meno che nei confronti del gesto criminale di cui è imputato Sebastian e della sua capacità di tener testa agli adulti che lo accusano.

Sebastian suscita spesso nel lettore sentimenti contrapposti. A volte intenerisce nella sua ingenuità e nella sua fragilità infantile, per poi rivelarsi, voltata la pagina, più freddo e cinico di quanto potrebbe essere persino il futuro adulto in lui. Che poi non è altri che Daniel. O, almeno, quest'ultimo vive la vicenda con questa sensazione martellante.

La storia che emerge dai ricordi di Daniel, che è la vera protagonista del romanzo, ruota attorno alla salvazione, al riscatto, ma anche alla tardiva, troppo tardiva, presa di coscienza del significato ultimo del "tradimento" di Minnie che lo ha spinto ad allontanarla dalla sua vita fino all'ultimo. Ed oltre.

E' difficile così stabilire chi sia davvero la vittima e chi il carnefice, chi sia "il colpevole", di fronte all'altalenarsi degli episodi e di fronte alla presenza inquietante di forze e di scelte contrapposte: la stampa che divora la storia e fa di Sebastian il colpevole a prescindere, la famiglia del ragazzo, con i suoi equilibri deviati, Minnie e i suoi errori, Daniel e la sua incapacità di perdonare e di comprendere per tempo.

Quel che è certo è che si tratta di uno di quei romanzi che si fanno leggere senza pausa, che inducono a voler cominciare subito il prossimo capitolo. E che, al di là della possibile prevedibilità del finale (due sono solo le soluzioni possibili, ed è ovvio fin da subito, per ridare equilibrio alla lacerazione interiore di Daniel) è impossibile non vivere la narrazione con quella sensazione di ansia che solo figure e vite dipinte a tinte così realistiche possono lasciare.

venerdì 29 marzo 2013

Ridere o piangere?

Questa per ridere.
















Questa per piangere.

Se qualcuno dovesse mai avere dei dubbi sul perché piangere, rimando ai commenti di questo post.

mercoledì 27 marzo 2013

La fiducia, questa sconosciuta...

Se non fosse preoccupante, sarebbe semplicemente surreale.

Almeno, la battuta di commento fa sorridere.

sabato 23 marzo 2013

Non tutto il male...

L'ascesa del M5S, che, come qualcuno avrà notato, considero un coacervo di principianti impreparati e troppo spesso imbevuti delle peggiori frottole del web, ha avuto un effetto secondario interessante e, potenzialmente, positivo.

Parlo dell'attenzione mediatica che viene ultimamente riservata alla frottole della rete: "zaigais", che qualcuno considera una fonte di illuminazione e pseudomedici assortiti cominciano finalmente ad essere trattati dai media come quello che sono: ciarlatanate.

Magari, finalmente, qualcuno comincerà a dire a voce alta che le tesi cospirazioniste sull'Undici Settembre sono solo modi per vendere libercoli ai gonzi, che le scie cOmiche sono solo suggestioni per ignoranti, che il signoraggio è solo un normalissimo meccanismo di politica monetaria che non produce né furti al popolo sovrano né utili smisurati alle logge massoniche. Che i vari guru del complottismo mondiale sono solo abili impacchettatori di frottole. Che i vari "guaritori alternativi" non vendono cure ma solo illusioni.

Chissà, forse addirittura ci si renderà conto che i vari Boyager e Mistero in tv e le ospitate delle ciarlatanate complottiste nei licei, per tacere del supporto delle "medicine" alternative da parte di enti istituzionali, hanno prodotto una generazione di persone che non sanno distinguere le chiacchiere dai fatti. E che, quindi, è ora di cambiare registro.

Speriamo.

E se questo avverrà e nella politica italiOTA comicerà a vedersi un po' di pudore e coerenza, allora l'ascesa dei 162 dilettanti allo sbaraglio sarà servita a qualcosa di più che a rivelarci la qualità della mensa della Camera dei Deputati.

mercoledì 13 marzo 2013

Dura lex sed lex

Ebbene sì, per giocare a scacchi occorre il Certificato di Idoneità sportiva.
Anche per giocare a dama, eh... beninteso!
Forse, per le freccette no.

Immagino che nel 1991 o giù di lì sia morto un tizio d'infarto mentre giocava a scacchi ad Abbiategrasso e dunque si sia reso necessario procedere ad opportuni controlli, prima di ammettere chicchessia all'impegnativa disciplina fisica.

Più passa il tempo e più sento nostalgia per i tempi in cui i somari erano somari e gli umani umani.
Sto invecchiando.