mercoledì 22 luglio 2009

Donne vere?


E' estate, tempo di ferie e argomenti frivoli e spensierati.
La voglia di cazzeggio è forte (come sempre) e a breve somaro e asinella se ne partiranno per le vacanze.

Apro un paio di settimanali e, chiacchierando con la mia dolce e somaresca metà, mi viene un'ideuzza per un pensierino da lasciare ai miei trenta lettori.

Il vostro somaro, infatti, appartiene ad una generazione cresciuta con dei miti femminili piuttosto variegati.

C'era la Muti (ancora "originale"), c'erano la Giorgi, la Fenech e la Antonelli sul grande schermo.
E in tv, niente veline, ma c'erano la Goggi, la Parisi e la Russo.
Per i più scafati, Cicciolina e Moana Pozzi erano al top delle aspettative oniriche.
Tante donne molto diverse tra loro, ma tutte affascinanti, tutte dotate di una loro individualità e di un loro stile.

Oggi, sfogliando i giornali o guardando la tivvuuù, si ha come l'impressione di vedere ovunque lo stesso viso, ovunque lo stesso fisico, immancabilmente dotato di labbra botuliniche e tette siliconiche (mi scusino le lettrici per l'uso del termine, prettamente maschilista!). Ed anche le pose, studiate fin nei dettagli, sembrano spesso uscire da un unico clichè.

Il dubbio e il sondaggio sorgono spontanei: sono dunque ormai un decrepito equino in preda alla nostalgia per i "vecchi tempi" o il mondo dello spettacolo di oggi dovrebbe rivedere qualcosina dei suoi canoni estetici e della sua standardizzazione a suon di gommapiuma?

Naturalmente il mio è un punto di vista prettamente maschile.
Le lettrici che lo volessero, sono libere nei commenti di esprimere analoghe considerazioni sui maschietti dello star system.

A voi l'ardua sentenza, nei commenti e nell'allegato sondaggio.

p.s.
Sarò via, in questi giorni.
Fate i bravi: niente penne troppo scapestrate (anche perché sarà attiva la moderazione commenti).

E, come sempre, occhio ai venditori di bufale!

sabato 18 luglio 2009

Game Over


Finalmente!

E' dal lontano 1974, quando Bill Kaysing pubblicò il suo "We Never Went to the Moon: America's Thirty Billion Dollar Swindle" che i cosiddetti Lunacomplottisti si inventano le cose più strampalate per spiegare al contrario ciò che è evidenza storica e scientifica: l'uomo è stato sulla Luna eccome, ne ha riportato souvenir e vi ha lasciato un po' di monnezza ipertecnologica da turista spaziale, insieme ad alcuni strumenti scientifici come il "Lunar Laser Ranging Retroreflector Array".

Oggi, ma ancor più fra pochi giorni quando avremo immagini con risoluzione doppia o tripla, siamo in grado di ammirare le fotografie che il Lunar Reconnaissance Orbiter, la sonda della NASA in orbita attorno alla Luna, ci invia dei siti degli allunaggi.

In questo articolo le prime immagini dei Lem di Apollo 11, 14, 15, 16 e 17: Eagle, Falcon, Antares, Orion e Challanger.
Manca solo il 12, che sarà fotografato nel corso dei prossimi passaggi della sonda.

Vedremo quanto sapranno rendersi ridicoli i lunacomplottisti per "spiegare diversamente" anche queste immagini.

E che sia la fine che attende tutte le bufale che impestano il web: dal complottone dell'11/9 alle scie cOmiche, passando per guaritori e medicastri che speculano sulla salute altrui.

Una prece.

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Angolo delle segnalazioni.
Si occupano della vicenda, con vari approfondimenti anche:
Complotti Lunari
Paolo Attivissimo
Deliri di un Tangredi
La sezione "SPeciale 40 anni" di Crono911

Ilenia Visca e Paolo Monasterolo

Riprendo con Copia Incolla il post di Paolo Attivissimo Il Disinformatico: Ilenia Visca non �un hacker, �una vittima

Ho segnalato pochi giorni fa l'appello-bufala che circola fra gli utenti di Facebook e che segnala il presunto pericolo per una "Ilenia Visca" e per un "Paolo Monasterolo", definiti "hackers" che ruberebbero dati personali.

Non è vero nulla, come al solito, ma la differenza importante rispetto ad altri falsi allarmi che segnalavano untori di questo tipo è che Ilenia e Paolo esistono veramente e stanno subendo un danno professionale non indifferente: i loro nomi, a causa di questa storia, adesso figurano in Google come vandali informatici.

Ilenia mi ha infatti contattato e ha pubblicato un commento in questo blog nel quale ha spiegato di essere "vittima di uno scherzo su facebook fatto da un amico", che evidentemente non s'è reso conto delle conseguenze del suo gesto: "la prima cosa che compare [su] google è che sono un hacker." Aggiunge: "mi hanno inviato insulti, mi han fatto strane proposte di lavoro, mi hanno chiesto di fare magie ai loro computer e allora...stufa di rispondere che io non ero un hacker ma avevo solo un amico poco corretto, mi sono tolta da facebook. tutto questo ovviamente sta accadendo anche al mio compagno."

E chiede aiuto: "Questa situazione mi sta creando non pochi problemi. Come posso fare?"

A parte dare il benservito al suo amico, l'unica soluzione che mi viene in mente al momento, in attesa che l'amico si faccia vivo e faccia un atto pubblico di contrizione, è chiedere a tutti di linkare il più possibile questo articolo nei vostri blog, siti e pagine Facebook, in modo che chi cerca il suo nome in Google trovi la spiegazione della reale situazione di Ilenia e Paolo.

Se avete in mente altre soluzioni che non coinvolgano un grosso bastone nodoso e permettano di contrastare questa stupidata, segnalatele nei commenti qui sotto.


A volte, sarebbe utile collegare il cervello prima della tastiera.

martedì 14 luglio 2009

Apollo 11 - autoproduzione filmato HD

Articolo aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Davvero affascinante l'idea del nostro Disinformatico Paolo Attivissimo di acquistare alcuni spezzoni video HD (disponibili a pagamento in alta risoluzione e completamente restaurati) riguardanti la missione Apollo 11 e farne un documentario autoprodotto:

Il Disinformatico: Sbarco sulla Luna del 1969 in HD

Data la notevole cifra necessaria per l'acquisto degli spezzoni, si è pensato di dividere la spesa tra i tanti lettori del Disinformatico ed altri appassionati delle spedizioni lunari.
Il risultato, messo a disposizione gratuitamente, compenserebbe ampiamente la modesta spesa individuale iniziale.

I dettagli sul blog di Paolo Attivissimo.
A presto notizie per chi, come il sottoscritto, fosse interessato a partecipare!

Aggiornamento!
Paolo Attivissimo ha pubblicato un nuovo articolo con precisazioni sul progetto.
Sul suo blog "Complotti Lunari" il link per partecipare all'acquisto dei filmati per il documentario.

Sciopero?


"Non e' il concetto di diffamazione che è in discussione ma le modalità. Talmente assurde da essere inapplicabili, quindi applicabili con estrema discrezionalità solo in casi particolari. Di solito, quelli in cui chi si sente leso ha dietro uno studio di avvocati".


E' parte del commento di Gianni Comoretto a questo post di Paolo Attivissimo sul cosiddetto "sciopero dei blog" di oggi.

"l'informazione in Rete finisce con l'essere svilita ad un'attività pericolosa, onerosa e mal retribuita o, nella più parte dei casi, non retribuita affatto"


E' il punto conclusivo del bell'articolo di Punto Informatico dedicato al maxi emendamento del governo.

La mia somaresca opinione ricalca entrambe queste posizioni, con qualche precisazione.

Sarà che io, a differenza di Paolo, sono italiano e sono abituato a leggi fuori misura, fuori dalle righe e capaci solo di usare un cannone per sparare alle formiche.
Sarà che sono abituato alla disarmante superficialità cui sono avvezzi i nostri parlamentari e i nostri governanti, che produce la pletora di leggine e leggette e rettifiche e rimaneggiamenti che rendono il nostro corpus giuridico il più vasto (e il più inapplicabile) del mondo.
Con queste premesse, credo eccessiva la provocazione di Paolo che invoca il ricorso alle risorse della Rete, dall'anonimizzazione e l'hosting sicuro fino addirittura alla crittografia e l'hacking, di fronte alla palese assurdità di una legge miope e ingiusta.

Ma non posso fare a meno di constatare con amarezza come una volta di più il legislatore abbia prodotto la solita legge di facciata, da spacciare al "popolino" come tutela della reputazione dell'individuo ed che è invece solo paralizzante della libertà di parola.

Ché, con questa legge, i venditori di bufale continueranno a spacciare i loro prodotti truffaldini, i santoni e i guaritori continueranno a irretire i più deboli, i falsi ricercatori e i "venditori di Verità" continueranno a distribuire liberamente i parti delle loro fantasie oniriche.

E a dover tacere sarà solo qualche somaro qua e là, preoccupato di trovarsi una "controparte" ben fornita di avvocati e legulei assortiti.

lunedì 13 luglio 2009

Settimana lunare

Manca una settimana alla grande ricorrenza.
Lunedì prossimo, suppongo lo sappiate bene tutti, scatta il quarantennio della prima missione lunare dell'umanità.

"One small step for a man, one giant leap for mankind": non c'era davvero modo migliore per racchiudere l'enormità di quell'istante in poche parole.

Non c'è lo spazio, qui, né il tempo, per ricostruire quell'epopea grandiosa, nata dalle esigenze di propaganda politica degli anni della guerra fredda, ma culminata in una delle gesta più clamorose dell'umanità: l'uomo pone piede per la prima volta su un corpo celeste diverso da quello cui Dio o il caso, a seconda delle opinioni, lo ha destinato.

Propongo perciò di consacrare questa settimana proprio alla (ri)lettura delle storia di quell'avventura, che se lo merita davvero.

Perché oltre alle grandi emozioni, oltre alle tante scoperte scientifiche e all'avanzamento della conoscenza del nostro satellite, la conquista della Luna ha portato enormi ricadute tecnologiche: la NASA ha calcolato oltre 160.000 fra brevetti, perfezionamenti e nuove tecnologie. In altre parole, se state leggendo questo post, potete ringraziare il programma Apollo, così come quando mandate un sms o usate la calcolatrice tascabile al posto del regolo.

Punto di partenza per la nostra ricostruzione, il blog di Paolo Attivissimo "Complotti Lunari", in cui ci si occupa, oltre naturalmente allo sbufalamento delle varie teorie del Moon Hoax, anche di tutte le cose più curiose, particolari, dettagli poco conosciuti degli anni dell'esplorazione lunare. Davvero affascinante.
Lì troverete anche i link ai principali e più interessanti siti sull'argomento.

Anche Discovery Channel dedicherà una serie di documentari interessanti all'argomento, in questi giorni.

Infine una chicca: il faccia a faccia del nostro Paolo Attivissimo con Aldrin a Roma.

domenica 12 luglio 2009

Due segnalazioni spot

Come sapete, quando il tempo è poco ossia scarseggia (cioè spesso, purtroppo) parassitosamente (si può dire?) sfrutto il lavoro degli altri, con un bel post di pura segnalazione. D'altra parte è questo un benefit che l'NWO mi ha concesso, insieme alla carica onorifica di Gran Propagandiere ed è giusto dunque che ne approfitti clamorosamente.

Veniamo dunque alle due segnalazioni del giorno.

La prima riguarda un nuovo post di WeWee, dedicato alla grande cospirazione dei medici. Dovete sapere infatti che santoni e ciarlatani assortiti, quando gli si chiede perché si riducano a vendere per vie strane le loro presunte medicine del miracolo, ricorrono spesso a questa tesi preconfezionata: perché i medici sono tutti parte di un gran complottone, insieme alle case farmaceutiche, alle assicurazioni, ai laboratori di ricerca e a... Archimede, Pico de Paperis e Eta Beta, che tacciono per paura.

La seconda ci porta a una sorta di possibile loop informatico. Il nostro Disinformatico Paolo Attivissimo infatti ha dedicato a sua volta un articolo alla vicenda del Coniglio Alieno oggetto di questo post.
Ringrazio ancora Paolo per l'attenzione che ci ha dedicato.
E consiglio la lettura del suo articolo, davvero spiritosissimo!

mercoledì 8 luglio 2009

Zero^2 (in fila per sei col resto di 2)

A quanto sembra, leggendo qui, è andata male.

E dunque, il nostro ex-europarlamentare si prepara a rilanciarsi in attività che, forse, gli sono più congeniali.

Zero al quadrato (che fa sempre e comunque zero, che spera di tirarci fuori?):

Ci torneremo sopra nel secondo film che faremo, e che stiamo già allestendo

e scie cOmiche a go go...

In proposito, gli amici di Perle tornano ad occuparsi del nostro in questo articolo esilarante!

Solo uno spunto, a proposito di zero:

Il mio lavoro d’indagine è cominciato il 12 settembre, quindi subito, perché per me era evidente fin dall’inizio che la spiegazione che era stata data non fosse plausibile.

In altre parole, ha capito che "la spiegazione che era stata data non fosse plausibile" prima che la spiegazione, come la chiama lui, venisse data.
Questo sì che si chiama anticipare i tempi!
Fantastico.

Chissà che alla fine non finisca anche lui travolto da "La caduta del complottismo":



Grazie a WeWee per il filmato esilarante!


Dulcis in fundo, va beh, facciamolo contento, pover'uomo. Pare che ci tenga a diffondere in giro le sue paranoie personali:



Tanto è la "Settimana del video cOmico"! LOL

Chi Crasso l'ha visto?

martedì 7 luglio 2009

Capohacker, mio capohacker





Ricevo da un amico e, volentieri, pubblico:

Peer Guardian (come dice il nome del programma) è un guardiano per il P2P, la pratica illegale di file sharing (scambio file)*. E' infatti tra i software più osannati da chi scarica musica e altro dalla rete, dato che blocca i peer "fasulli" ovvero quelli che si inseriscono per conto dei proprietari del copyright, le case discografiche, enti di controllo e protezione dei diritti d'autore governativi (SIAE), ecc.
Con Peer Guardian si può anche bloccare tutto il traffico sulla porta 80 (ovvero il normale traffico http) impedendo così che venga tolta banda allo scarico illegale.
Il topo perde il pelo ma non il vizio...
**



Ai lettori l'ardua sentenza:
Di chi si parla nell'articolo?
Chi me l'ha mandato?

In premio al primo che indovina entrambe le risposte, un Nanomungo Morgellonato con scappellamento a destra...


* N.B.: resta inteso che è errato attribuire a priori intenzioni malevole al meccanismo del P2P, che può essere utilizzato anche per lo sharing di contenuti propri e/o non coperti da diritti di copyright. E' un fatto tuttavia che l'uso prevalente sia quello segnalato dall'autore di questo post.

** Nota tecnica per chi non avesse una profonda preparazione informatica, come il nostro Comandante: Peer Guardian non è un firewall, ma solo un IP blocker. Non usatelo come firewall software.

lunedì 6 luglio 2009

Titan...ic ic... salute!


Forse non tutti sanno che il Titanic era già affondato una prima volta.
Ben 11 anni prima che ne cominciasse la costruzione!

Naturalmente non nella realtà, ma nella fantasia dello scrittore Morgan Robertson, autore di molti racconti a tema marinaro.

Il suo romanzo del 1898 Futility, che potete trovare qui nell'edizione integrale del 1912, o in questa pagina del Progetto Gutemberg, racconta infatti l'avvincente storia del Titan, senza "ic", la più grande nave del mondo, considerata inaffondabile. Sfortuna volle però che il Titan affondasse invece ad opera di un iceberg, nel nord Atlantico.

E le similitudini fra il Titan di Robertson e il Titanic della White Star Line non finiscono qui:

Costruzione:
- Il Titan viene costruito in Inghilterra.
- Il Titanic fu costruito in Gran Bretagna, a Belfast

Gli Inaffondabili:
- Il Titan è la più grande nave del mondo: 244 metri di lunghezza per 45.000 (70.000, ed. 1912) tonnellate di dislocamento, considerata "inaffondabile".
- Il Titanic era il più grande transatlantico del mondo: 269 metri di lunghezza per 52.000 tonnellate di dislocamento, considerata "inaffondabile".

Eliche e propulsione:
- Il Titan è euipaggiato con 3 eliche e due alberi, mossi da 40.000 (75.000, ed.1912) cavalli vapore.
- Il Titanic era euipaggiato con 3 eliche e due alberi, mossi da 46.000 cavalli vapore.

Compartimenti stagni:
- Il Titan ha ben 19 compartimenti stagni, fornite di 92 porte stagne.
- Il Titanic aveva 16 compartimenti stagni.

Le scialuppe:
- Il Titan porta "il minimo legale" di 24 scialuppe, meno della metà necessarie per le 3.000 persone imbarcabili.
- Il Titanic portava 20 scialuppe, meno della metà necessarie per le 3.500 persone imbarcabili.

La nave e l'iceberg:
- Il Titan colpisce un iceberg a tribordo, a 25 nodi di velocità, a 400 miglia da Terranova, verso la mezzanotte.
- Il Titanic colpì un iceberg a tribordo, 23 nodi di velocità, la notte del 14 aprile 1912 nel nord Atlantico, a 400 miglia da Terranova, alle 23.40.

L'affondamento:
- Il Titan affonda, portando con sé praticamente tutte le 3000 persone a bordo.
- Il Titanic affondò intorno alle 2.20 del mattino del 15 aprile, con 1517 dei 2207 passeggeri.


Preveggenza?
Qui, si fermerebbe l'articolo alla ricerca di scoop, il sensazionalista, il cospirazionista.

La vaccinazione fornitaci da anni di complottismo undicisettembrino ci impone però di ragionarci sopra. Vediamo un po', dunque, come potrebbero essere andate le cose.

Qui infatti finiscono le analogie. E cominciano le divergenze fra le due navi che evidenziano un vistoso difetto di selezione negli elementi da considerare.

- Il Titan del romanzo utilizza delle vele per aumentare la velocità, come si usava all'epoca della stesura del romanzo. Il Titanic non aveva vele di sorta.

- Il Titan è immaginato come una nave unica al mondo, mentre il Titanic era una di una serie di tre navi gemelle.

- Il Titan, nel romanzo, stava percorrendo il viaggio di ritorno verso Liverpool della sua terza traversata atlantica, mentre il Titanic si trovava all'andata da Southampton verso New York del suo viaggio inaugurale.

- Il Titan urta e affonda un'altra nave, prima di colpire il ghiaccio, mentre il Titanic fu prossimo a un incidente con la New York, ma non la colpì affatto.

- Il Titan urta il suo iceberg in mezzo alla nebbia ma rischiarato dalla Luna e non, come il Titanic, in una notte limpida ma senza Luna.

- Ciò che urta, inoltre, è una banchisa formatasi in seguito al ribaltamento del ghiaccio, sul quale la nave si solleva fino a ricaderle al fianco.

- Dei passeggeri del Titan sopravvivono solo 13 persone, mentre ben 705 persone furono salvate dal Titanic.

- Il Titan affonda quasi istantaneamente, mentre il Titanic impiega 2 ore e 40 minuti ad affondare.

Ma c'è di più. Quanto era difficile immaginare invece di prevedere alcuni di questi elementi, per l'autore del romanzo?
Robertson è figlio d'un capitano e conosce bene le navi e il mondo della navigazione.
Vuol scrivere una bella storia, vuol raccontare l'affondamento della più grande nave del mondo e vuole una vicenda avventurosa, nella quale un marinaio coraggioso salva una ragazzina dalla morte certa.

L'Inghilterra era, all'epoca, di gran lunga il maggior paese costruttore di navi transatlantiche. Dunque, nulla di strano nella cantieristica.

Data la sua preparazione, Robertson sarà dunque in grado di inventarsi la misura per la "più grande nave del mondo": oltre 200 metri di lunghezza. Sbaglia un po', in eccesso, col peso, ma il suo scopo è far sensazione, mica risparmiare carburante.
E' uno scrittore, mica un ingegnere.

Come la chiamiamo la più grande nave del mondo?
"Pollicin"? No. Suona male!
Guarda caso, poi, qualche anno prima della stesura di "Futility" è affondato un "Titania", in circostanze non molto dissimili.

"Unsinkable - indestructible, she carried as few boats as would satisfy the laws", scrive Robertson: la nostra nave immaginaria è inaffondabile, dunque, a che servono le scialuppe? Mettiamoci il minimo legale. Un po', purtroppo, il ragionamento che fecero alla White Star anni dopo.

Sapeva bene l'autore, poi, che la rotta battuta dai transatlantici di quegli anni è, in primavera e in particolare nel mese di aprile, resa molto pericolosa dalla presenza degli iceberg al largo della Groenlandia: era questo l'incubo di tutti i naviganti che si trovavano ad affrontare la rotta nordatlantica.

E sa ovviamente che le rotte dei transatlantici vanno dai porti inglesi, Southampton, e Liverpool in primo piano, a New York e viceversa.

Inoltre, il titolo originario del romanzo era, nell'edizione del 1898, solo "Futility", cambiato poi in "The Wreck of the Titan, or Futility", a sottolineare il nome della nave, solo nell'edizione del 1912.

Vista così già la questione suona un po' diversa: un eclettico scrittore, un Tom Clancy del XIX secolo (ricordiamo "Debito d'onore", in cui si immagina un attentato compiuto da un pilota kamikaze che schianta il suo 747 sul Campidoglio), che ambienta in modo quanto più realistico possibile le vicende avventurose che vuole narrare.

In altre parole, a volte, semplicemente, la finzione preannuncia la realtà.
E l'insegnamento, il vero insegnamento da trarre dalla fantasia di Robertson, come da quella di Clancy, è di non sottovalutare il nostro avversario.
Sia esso la forza della natura sia un barbuto ometto convinto di lottare per la gloria di Allah.

venerdì 3 luglio 2009

Conigli alieni...?

Articolo modificato dopo la pubblicazione iniziale.

Ricevo da WeWee e volentieri pubblico una brevissima debunkata del presunto "feto alieno" presentato da "Mistero" due sere fa.

Con due avvertenze.
Prima di tutto, WeWee giustamente fa notare che si tratta di un fake davvero penoso: vien da chiedersi come possa prenderlo sul serio una trasmissione di divulgazione, ehm, scientifica...?
In secondo luogo, una piccola avvertenza: alcune immagini possono risultare poco gradevoli. Di conseguenza, mi sono permesso di ridurne la dimensione: clickare per ingrandire.

Diamo dunque il via alla nostra generazione di un feto alieno.

Anche io voglio abortire un alieno.
Quanto dura la gestazione di un alieno? 9 mesi luce, qualcuno potrebbe dire...

Ma come possiamo fare anche noi ad abortire un feto alieno?
Si potrebbe sostenere che un'idea simile è davvero un parto, ma di una mente malata. Eppure qualcosa del genere è apparsa in TV, su Italia 1, in un programma che aveva l'intenzione di essere divulgativo o interessante ma ha finito per dare spazio a mitomani e deviati.

Una donna ad esempio, ha sostenuto di aver avuto 18 gravidanze "ibride" (risultato cioè del suo accoppiamento con un alieno) ed una di queste è finita tragicamente, con l'aborto del feto, di cui lei ha scattato alcune foto.

Ecco il feto alieno:
Dalla colorazione di quella che sembra una cute, si direbbe che si tratta di un corpo conservato in formalina (quel colore e marrone-grigio è tipico).


Vogliamo abortire tutti assieme un feto alieno?
Seguitemi.

Prendete una lepre, meglio se non troppo grossa:








Scuoiatela, più o meno così, eliminando le interiora, le orecchie e la parte finale delle zampe:




Fondamentale, l'accortezza di tagliare le orecchie al nostro povero coniglio:




Al termine, invece di metterlo inutilmente sotto formalina, potete sempre scegliere di farne un buon salmì...




Aggiornamento:
Oltre al Disinformatico, in questo articolo davvero spiritoso, anche Massimo Polidoro si è occupato dell'Alieno al Salmì, anche con nuove immagini.

giovedì 2 luglio 2009

Fatti non foste a viver come bruti


...ma per seguir virtude e canoscenza.

Buona notte, parole al vento, povero Dante.

C'era una volta "Voyager".
Poi arrivò "Rebus".

Davvero, si sentiva la mancanza di "Mistero".

Se il buongiorno si vede dal mattino, rischia di far passare Giacobbo e Decollanz per autentici ricercatori. Rigorosi e affidabili.