sabato 13 giugno 2009

Fine del mondo e altre amenità (parte prima)


Recentemente, Simone Angioni ha dedicato un articolo alla bufala sulla catastrofica tempesta solare attesa per il 2012.

Ho pensato dunque di dedicare un paio d'ore a dipanare la matassa sulle presunte predizioni apocalittiche dei maya sulla fine del mondo attesa per dicembre del medesimo anno. Ottimista! C'è voluto ben di più, ma spero il risultato valga lo sforzo.

Mettetevi comodi, tirate fuori popcorn e noccioline perché non sarò affatto breve. Spero almeno di essere chiaro.

Partiamo dal principio.
In principio c'erano i Maya e il lungo computo.



Il calendario maya.
Non sappiamo moltissimo della cultura maya, come di tutte quelle meso e sudamericane anteriori la venuta degli europei. Della distruzione delle tracce di questa ed altre civiltà dobbiamo ringraziare ancora una volta l'ottusità dell'inquisizione e della colonizzazione spagnola la cui opera instancabile causò la perdita pressoché totale delle opere delle culture precolombiane.
Tre "codici" si salvarono dalla furia della civilizzazione spagnola, cui se ne aggiunse un quarto ritrovato negli anni sessanta del secolo scorso e ritenuto inizialmente un falso.
Uno dei primi tre, quello conosciuto col nome di "Codice di Dresda", è particolarmente importante per la nostra storia, giacché è da lì che traiamo gran parte delle nostre conoscenze del calendario e dell'abilità astronomica del popolo Maya, insieme a quanto abbiamo potuto apprendere dalle iscrizioni rimasteci sulle loro costruzioni.

Come funzionava dunque questo calendario?
Si tratta di un sistema molto elaborato, basato su 3 cicli di durata diversa:
il ciclo Tzolk'in, della durata di 260 giorni.
il ciclo Haab', della durata di 365 giorni.
il Lungo Computo, che indicava il numero di giorni a partire dall'inizio dell'era maya.

Il primo era un calendario religioso, di derivazione più antica, formato da due cicli più brevi, uno di 13 giorni e uno di 20 (13 per 20 = 260 giorni); ricordate questi due numeri: ritorneranno!

Il secondo un calendario civile composto da 18 "mesi" di 20 giorni ciascuno, ai quali si aggiungevano i 5 giorni chiamati Uayeb, considerati particolarmente infausti, per arrivare a un totale di 365 giorni. Abbastanza familiare, non vi sembra?

Nei calendari maya, non esisteva una sequenza temporale corrispondente a quella dei nostri anni.
Si usava identificare invece una data attraverso la rappresentazione contemporanea in entrambi i calendari, visto che la combinazione dei due si ripeteva solo ogni 18980 giorni (18980 è il minimo comune multiplo tra la durata dei due calendari di 365 e 260 giorni), equivalenti a 52 cicli Haab' e 73 cicli Tzolk'in; Suppergiù 52 dei nostri anni.

Qualora occorresse identificare una data all'interno di un periodo più ampio di quello offerto dall'incrocio tra i due calendari Haab' e Tzolk'in, si faceva ricorso al terzo calendario, quello definito appunto Lungo Computo.
Si trattava di una numerazione progressiva dei giorni rappresentata per lo più con 5 cifre, ognuna delle quali rappresentava un diverso intervallo di tempo, così come facciamo noi con giorni, mesi ed anni.

Le cinque cifre, dunque, dalla più piccola alla più grande, da destra a sinistra, erano le seguenti (i Maya conoscevano lo zero, anche se, ovviamente, non lo rappresentavano coi nostri numeri arabi):
la prima, in base 20, che va da 0 a 19 k'in (giorni), si chiama uinal.
la seconda in base 18, che va da 0 a 17 uinal, si chiama tun.
la terza, in base 20, che va da 0 a 19 tun, si chiama k'atun.
la quarta in base 20, che va da 0 a 19 k'atun, si chiama b'ak'tun.
la quinta in base 13, che va da 1 a 13 b'ak'tun.

Notiamo subito un paio di stranezze e una particolarità:
- sono tutti in base 20, tranne il secondo e l'ultimo; i Maya, infatti, contavano in base 20.
L'anomalia del secondo è facilmente spiegabile: costituisce una forzatura in quanto corrisponde al "mese" del computo dell' Haab', composto appunto di 18 "mesi" di 20 giorni ciascuno. L'ultimo invece è ripreso dal numero sacro 13 che, del resto, ricordiamo essere l'altra cifra alla base dello Tzolk'in, il calendario religioso.
- a differenza del nostro calendario, in cui il periodo temporale più ampio, l'anno, non ha un limite superiore, nel Lungo Computo anche il più ampio periodo temporale ha una limitazione precisa: 13 b'ak'tun: l'inizio di un nuovo ciclo.
La data di partenza del Lungo Computo è infatti il 13.0.0.0.0
Torneremo anche su questo.

Per capirne ancora meglio la struttura, facciamo un rapido parallelo col nostro metodo di rappresentazione delle date.
Prendiamo, ad esempio, una data (a caso...): il 20 dicembre 2012.
Troveremo diversi modi per rappresentarla, a seconda della lingua, della nazione e dell'uso di quella rappresentazione: 20-12-2012, 12/20/2012, ecc...
Per avvicinarci al metodo usato dai Maya, scriveremo la data riportando i valori delle unità di tempo in ordine decrescente ottenendo così questa rappresentazione: 2012.12.20, che noi leggeremmo anno 2012, mese 12, giorno 20.

Il medesimo giorno, per i Maya, è il 12.19.19.17.19, che potremmo leggere b'ak'tun 12, k'atun 19, tun 19, uinal 17, k'in 19.
Non è poi tanto diverso, se lo leggiamo così, vero?

Facciamo ora un altro passo.
Prendiamo, nel nostro calendario gregoriano altre due date, che rappresentano rispettivamente l'ultimo giorno di un mese e l'ultimo giorno di un anno, ad esempio il 30 giugno 2009 e il 31 dicembre 2009.
Aggiungiamo un giorno alle due date esemplificative. Che succede? Dovremo "resettare" al suo valore minimo il contatore dei giorni, e incrementare di 1 il contatore successivo, quello dei mesi. Nel secondo caso, anche il contatore dei mesi raggiunge il suo massimo: riporteremo al suo valore minimo anche quello e incrementeremo il contatore degli anni.
Otteniamo così:
2009.06.30 + 1 = 2009.07.01
2009.12.31 + 1 = 2010.01.01

Siamo abituati a questo meccanismo e, al massimo, festeggiamo nel secondo caso l'avvento del nuovo anno.

Con la parziale eccezione del capodanno dell'anno mille, ricordato dalle cronache per il panico derivante dal famoso "mille e non più mille" e per quello dell'anno 2000, ricordato dalle cronache per il panico derivante dal famoso "millennium bug".
Niente di nuovo sotto il sole: l'uomo è un animale razionale... fino a un certo punto. ;)

Che succederà però al nostro calendario scritto con la convenzione del Lungo Computo?
Ricordatevi l'ultima osservazione: nel Lungo Computo anche il periodo di tempo più ampio ha una limitazione: 13 b'ak'tun.
Se riprendiamo il primo esempio, aggiungendo un giorno al 20 dicembre 2012, 2012.12.20, 12.19.19.17.19, otterremo il 21 dicembre 2012, 2012.12.21, 13.0.0.0.0!
Nel calendario maya infatti, aggiungendo un solo k'in raggiungiamo la massima dimensione dell'uinal, che dovrà essere resettato a zero, aggiungendo 1 al corrispondente tun, che dovrà essere resettato a zero, aggiungendo 1 al corrispondente k'atun, che dovrà essere resettato a zero, aggiungendo 1 al corrispondente b'ak'tun, che dovrà essere resettato a 13.

Ricominciando il ciclo.

Ma, perché mai per noi dovrebbe essere significativa la fine del ciclo 13 b'ak'tun?
Forse che il nostro anno mille fosse significativo per ebrei, islamici, indiani o... Maya?

La risposta... alla prossima puntata!

25 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo articolo.

Segnalo inoltre la seguende perla di Strakkino:

http://ilpeyote.blogspot.com/2009/06/ilpeyote-on-tanker-enemy.html?showComment=1244913576195#c2108022883883363445

Cribbio ha detto...

Ottimo articolo, grazie infinite. Aspetto la seconda parte.

Nico ha detto...

Wow,
ma tu insegni storia? Proprio scritto bene.

Avevo la focaccia e una Pedavena ghiacciata.. ci stavano benissimo.

Claudio Casonato ha detto...

che dire.... grande!!!!

zanzara ha detto...

Stupendo grazie.
Purtroppo inutile per quei dementi che ci marciano speculandoci.
Ma ottimo articolo per chi vuole arricchire il suo bagaglio culturale rinnovo il mio grazie :-)

underek_ ha detto...

Entrerà nella mia personale top ten degli articoli interessanti letti in rete.

;)

brain_use ha detto...

Grazie a tutti, ragazzi...

Non insegno storia, ma dai classicissimi Ceram, Prescott e Von Hagen ad autori più recenti ho sempre adorato le vicende dell'america precolombiana e della (triste) conquista.

A dir la verità, comunque, ho faticato un po' a ricostruire in modo facilmente divulgabile il meccanismo.

E c'è un punto che mi ha fatto perdere parecchio tempo in riletture di testi vari e in googleate assortite (inutile dirvi che a cercare "maya+calendario" più che fuffa assortita non viene fuori...): la questione del limite a 13 del numero dei b'ak'tun non è del tutto chiara, se non...

...ne parliamo alla seconda puntata. ;)

frankbat ha detto...

Splendido articolo, chiaro e comprensibile. Grazie di averlo pubblicato e contribuito (almeno per quanto mi riguarda) a fare un altro po' di chiarezza.
Ovviamente aspettiamo tutti la seconda parte...

Thomas Morton ha detto...

Davvero un'ottimo articolo. Finalmente comincio a capirci qualcosa di questa storia della fine del mondo e il calendario Maya.

ilpeyote ha detto...

molto interessante!

Mauro ha detto...

Complimenti, molto bello ed esplicativo!

Leibniz Reloaded ha detto...

Complimenti: un articolo veramente godibile, che lascia trasparire un sano sforzo di documentazione.

Sono ormai trascorsi molti anni da quando giocherellavo con calendari universali e algoritmi sul tempo civile nei corsi di matematica discreta, ma posso confermare - ancor prima di alzarmi per prendere qualche libro dell'epoca in mano - che le reminiscenze che hai fatto affiorare concordano appieno col materiale che hai reperito.

tripponzio ha detto...

una domanda forse idiota: sei sicuro che il 20 dicembre 2012 sia il 12.19.19.17.19 e non il 13.19.19.17.19? perchè di base non ci sarebbe nessun "reset" particolare del calendario, il passare dal lungo computo 12 al 13 non mi sembra qualcosa di particolare, mentre forse darebbe più un'idea di aver "consumato" il calendario un reset dal 13 all'1.
poi, per spaccarti le balle e farti fare un tedioso lavoro di ricerca e spedizione (sono uno scassaballe di professione), ti farei alcune domande, perchè sono un po' confuso.
indipendentemente dalla conoscenza dello 0 o meno, si tende a numerare gli elementi da 1 a n (a parte ormai in informatica che si numerano da 0 a n-1). tu hai indicato che i vari periodi e sottoperiodi sono in base n e che hanno numeri da 0 a n-1 (quindi presumibilmente avevano il senso di rappresentare non la cardinalità del periodo corrente ma il numero di periodi interi trascorsi da un "tempo zero"), tranne per l'ultimo che me lo piazzi da 1 a 13. per quale motivo questa differenza? se la risposta è che hai sbagliato a scrivere e che va da 0 a 12, hai risposto anche alla domanda sopra, dato che da 12.19.19.17.19 si passa a 0.0.0.0.0.
un'altra domanda che mi sorge spontanea è come facevano a calcolare correttamente gli anni. mi spiego, hai detto all'inizio che contano 18 mesi da 20 giorni, ai quali aggiungono 5 giorni di sfiga assoluta, finendo per avere un anno preciso. suppongo quindi che abbiano 20 giorni di gennaio, 20 di febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre, dicembre, unidcembre, dodicembre, tredicembre, esticazzembre, ancoraunaltrembre, ultimembre e cinque giorni del "gattonerembre". solo dopo tutti questi giorni ricomincia gennaio.
ma come viene rappresentato l'anno nel calendario "totale"? quello più a destra è l'indicazione del giorno nel mese, quello subito prima l'indicazione del mese nel periodo superiore, mi aspetto che il periodo superiore sia l'anno. sbaglio? se l'ultimo giorno di ultimembre è x.x.x.17.19, il giorno dopo che giorno è? il x.x.x+1.0.0 è il primo di gennaio, ma avrei dimenticato per la strada i 5 giorni di gattonerembre...
sapresti rispondermi o mi mandi gentilmente a farmi una purga?

Nico ha detto...

Tripponzio, sarà mica colpa delle arachidi, vero?

brain_use ha detto...

@tripponzio:
In realtà mi anticipi un po', giacché intendevo sviscerare il contenuto dei tuoi quesiti all'inizio della seconda puntata: sto cercando di metter un po' d'ordine negli appunti sulle fonti archeologiche della cosa.

Parto dalla seconda domanda: certo che li perdi!
La correlazione del primo ciclo di 20 giorni e del secondo di 18, rende i primi due periodi del Lungo Computo coincidenti con l'anno dello Haab'. Che infatti è composto di 360 giorni "normali". I 5 giorni dello uayeb erano considerati una sorta di "black-out" particolarmente infausto e costituivano una sorta di "mese a sé". Così pure alcuni storici ritengono ci fosse una sorta di compensazione simile ai nostri bisestili per mantenere allineati i due calendari del Ciclo dei Calendari, lo Tzolk'in e lo Haab' con il ciclo delle stagioni.
Ma tutto questo non incide sul Lungo Computo, il cui scopo non era l'uso quotidiano, ma l'individuazione di una data precisa nel corso della Storia.

Veniamo al primo punto: la domanda è tutt'altro che peregrina. Ci ho perso un paio d'ore pure io, sul problema dell'ultimo ciclo del Lungo Computo, esattamente con gli stessi tuoi dubbi.
Addirittura, una delle prime fonti "decenti" che avevo trovato sul web, un forum di astronomia, riportava il effetti esattamente come ultimo giorno il 13.19.19.17.19 e il 1.0.0.0.0 come primo. Sbagliava. Ben diverse sono le fonti archeologiche!

Per come te la posso spiegare al momento, la questione si riconduce alla sacralità del 13.

L'inizio del Lungo Computo, infatti non è il giorno 0.0.0.0.0, come ci si aspetterebbe, ma il giorno 13.0.0.0.0 (11 agosto 3114 a.c.). Il primo b'ak'tun va dunque dal 13.0.0.0.0 al 1.0.0.0.0 (il 13 novembre 2720 a.c. in gregoriano).
Ora, volendo mantenere il numero di b'ak'tun a 13, bisogna "spostare" la base dell'array a 1, anziché partire dallo zero abituale.

Tieni anche presente (approfondiremo anche questo nella parte 2) che in realtà esistono fonti di Lungo Computo che vanno ben oltre le 5 cifre. Addirittura a Coba una stele riporta un Lungo Computo di 21 cifre (13.13.13.13. ... 13.13.0.0.0.0)!

Il che anticipa una delle (tante) osservazioni sulla insensatezza delle tesi millenariste collegate al calendario maya: loro stessi ipotizzavano date enormemente oltre il famoso ciclo precessionale.

...ma stiamo anticipando un po' troppo! Temo tra l'altro che, per proseguire in modo esaustivo il discorso, dovrò fare anche una terza puntata...

brain_use ha detto...

Rileggendo l'ultimo post mi accorgo di non essere stato chiarissimo. Che famo: rispiego o attendi la prossima puntata? ;)

Terenzio il Troll ha detto...

Brain: ad onor del vero, spesso dai patiti del 2012 sento fare l'obiezione che non e' affatto vero che in tale data finira' il mondo.
Dicono che abbiamo capito male e che semplicemente ci sara' un grande cambiamento nel livello di percezione delle masse e nelle energie sottili.
che il 2012 sara' "solo" la fine di un ciclo, insomma.
Non va molto lontano da quello che scrivi tu, salvo il fatto che le energie sottili come si misurano, con un multimetro ultrapiatto?

vale56 ha detto...

Non so perché ma persone come RevStone mi ricordano tantissimo "Le profezie di Celestino"

@Terenzio, non serve un multimetro utrapiatto, serve solo essere boccaloni e credere alla varie panzane in stile New Age.
Anche perché, nonostante la natura quantistica a livello sub-atomico, a livello macro, quello che vediamo noi, non esistono "salti" ma solo leggeri cambiamenti, per cui anche le sparate sulle nuove energie o similari, non hanno riscontro nella realtà. Senza contare un piccolo particolare:

Qual'è il luogo che si prende per riferimento per lo scoccare del 21 dicembre 2012? Oppure la fine del mondo avviene in 24 ore?

tripponzio ha detto...

per riferimento credo si prenda la culla della civiltà maya. almeno avrebbe vagamente senso.

attendo ulteriori sviluppi per capirci qualcosa di più, nonostante non sia stato più confusionaria la risposta della domanda.

comunque, alla fin fine, i maya, una volta esaurito il calendario, lo avrebbero semplicemente staccato dal muro per appenderne uno nuovo, giusto? un po' come noi quando alla fine dell'anno togliamo le tette di una per mettere le tette di un'altra?

markogts ha detto...

Dicono che abbiamo capito male e che semplicemente ci sara' un grande cambiamento nel livello di percezione delle masse e nelle energie sottili.
che il 2012 sara' "solo" la fine di un ciclo, insomma.
-

Visto che la sessantottina era dell'acquario ha fatto cilecca...

Ottimo articolo e spiegazioni.

Ora, già che ci siamo, che ne dite di abolire il calendario come lo conosciamo? Perché cavolo devo ricordarmi ogni giorno del mese se è sabato o mercoledì e mettere insieme le nocche per sapere quali ne han 31? Perché non facciamo così:
-12 mesi, tutti uguali, da 30 giorni ciascuno;
-5 settimane al mese da sei giorni - aboliamo il lunedì, che mi pare stia sulle palle a tutti;
-per far tornare i conti, 5 giorni all'anno (sei per i bisestili) di baccanali, possibilmente in estate e non in inverno, ché è più facile spogliarsi.

Tutti d'accordo? Occhio al complotto dei produttori di calendari, però.

brain_use ha detto...

@tripponzio:
un po' come noi quando alla fine dell'anno togliamo le tette di una per mettere le tette di un'altra?

Paro paro, tette escluse: credo ne vedessero abbastanza in giro per strada da non sentire la necessità di appenderle in casa.


@mako:
in effetti, se lo si guarda con occhio un pelo distaccato, non è che il nostro calendario annuale sia poi più semplice...


Spero di trovare tempo oggi o domani per completare la seconda parte.
E spero di riuscire a cacciarci dentro tutto senza ricorrere alla terza!

SirEdward ha detto...

Gran bell'articolo, Brain!

brain_use ha detto...

Grazie anche a te, SirEdward.

federico ha detto...

"la perdita pressoché totale delle opere delle culture precolombiane."

nonché dei precolombiani. aggiungerei...

è esatto?

brain_use ha detto...

nonché dei precolombiani. aggiungerei...

In effetti... ;)

Anche se i Maya come civiltà erano già in declino da un pezzo, al momento dell'arrivo degli spagnoli.
Non so neppure se si potessero ancora considerare una civiltà autonoma, nel 1492.

Atztechi e Inca, invece, subirono appieno l'arrivo dei "civili" europei.