mercoledì 26 novembre 2008

Capitolo 1 e Capitolo 2

Alla fin fine (anzi, all'inizio inizio!) ve lo avevo ben detto: questo blog non ha né capo né coda.
Ci capita quel che mi passa per l'anticamera del cervello in quei dieci minuti consecutivi in cui le dita stanno sulla tastiera ma la mente no...

Dunque beccatevi un esperimento letterario di quand'ero un ragazzino.
L'idea, mostruosamente ambiziosa, era quella di una sorta di diario di vita dipinto attraverso i pensieri incrociati di una coppia di mezz'età.
Non feci in tempo a decidere se i due dovessero avere figli o meno, né quale fosse il legame profondo tra i due, benché sposati: all'epoca lasciai cadere, anche per la difficoltà strutturale che mi ero imposto del non parlare in prima persona, dell'alternare gli eventi di Lei e quelli di Lui, dei capitoletti brevi ma intensi.

In questo periodo, però, mi è ricapitato tra gli occhi e così vi propino l'inizio di quel che scrissi allora. Non siate troppo crudeli.


CAPITOLO 1
RISVEGLIO DI LEI

Erano tanti anni, ormai, che la scrutava, nella penombra del mattino; eppure quella faccia, quel viso consunto, ogni volta le appariva nuovo, inquietante. L'ingiuria degli anni aveva così arricchito quegli occhi di rughe da farle sembrare ogni volta diversa quell'immagine, ogni volta appartenente ad un'entità nuova che le appariva ogni mattino.
Ormai i raggi del sole erano giunti a lambire la maniglia accanto allo specchio; ancora poco, pochi minuti ed anche quella mattina il nuovo giorno avrebbe dissolto quel riflesso etereo, quasi spiritico.
Il suo riflesso.
Finalmente lo specchio avrebbe taciuto e solo qualche timido cinguettio avrebbe rotto il silenzio del suo animo.

Era sempre stato così il risveglio durante tutta la sua vita.
Di volta in volta il nuovo giorno era sorto per lei sempre più presto, più a lungo era stata costretta a quello spettacolo quotidiano.
Quante volte aveva chiesto di spostare quell'assurdo armadio tanto antico, il cui specchio così lucido e levigato la tormentava come una lamina metallica che le penetrasse il cervello. Nulla. Mai era stata ascoltata e assecondata.
E ancora adesso quando le si presentava l'occasione, riportava pazientemente il discorso sul pesante mobile, sperando sempre; sempre poi delusa dal disinteresse per un lavoro "così faticoso, così inutile".

Ecco, ancora poco.
Erano sempre questi, gli ultimi istanti prima della luce purificatrice, i più tremendi. Sempre più profondi, i solchi della fronte le ricordavano la fatica di vivere, il tempo che passa, i sogni che sfuggono persino il potere del ricordo. Sempre più spauriti i suoi begli occhi tentavano invano di staccarsi da loro stessi, finché lo sforzo diventava troppo grande per una donna così minuta e l'ennesima lacrima trovava una via per giungere al mento.

Quante erano state quelle lacrime, chissà, una al giorno, forse, trecentosessantacinque giorni l'anno, moltiplicati per tutti quegli anni. Tutti quegli anni, sì, che pure, a ben pensarci, non le pareva affatto di avere vissuto. Non lei, no. Forse era stato un sogno, uno di quei strani sogni che ti crescono attorno, ti avvolgono, ti prendono finché alla fine non sai più neppure se un giorno tornerà il risveglio, fanciulla, nel tuo lettino, o se ancora continuerà, continuerà...


CAPITOLO 2
RISVEGLIO DI LUI



Lui si svegliò svegliato dal suo stesso russare.
Quand'era giovane succedeva di rado, ma ora che il rombo della sua gola s'era fatto più vigoroso suggendo le forze proprio dalla profondità del sonno, le parti s'erano invertite e il rumore era divenuto più potente del torpore.
Beh, in fondo anche lei non aveva poi avuto tutti i torti a lamentarsi per tutti quegli anni, a scalciare, a svegliarlo così bruscamente per potere a sua volta riprendere sonno.

Ma in fondo che importava! In fondo quando il sesso serale era stato un pò più soddisfacente del solito, un pò meno monotono, quando s'era tentata timidamente qualche variazione un pò più erotica tutto era poi andato così bene e s'erano sempre addormentati felici ed abbracciati come il primo giorno.
Peccato fosse successo sempre più di rado.

Peccato non avere trovato lo stimolo di vivere la moglie come una donna e peccato ancora che neppure lei sapesse d'avere un così focoso stallone al suo fianco! Tante notti sarebbero trascorse più serene. Tanti stimoli sarebbero sopravvissuti all'arrivo del giorno... ma lei non se n'era mai accorta.

Anche stamani lei è già sveglia.
Buffo come si preoccupi di quelle poche rughe, buffo come passi il tempo a rimirarsi nello specchio cercando di vedersi bene nel buio e quando finalmente arrivano la luce e la verità insieme, d'un tratto si volti, quasi rassicurata anziché sminuita, si alzi, si getti in cucina a preparare la colazione.
Sono anni che continua così. Sono anni che chiede di spostare quell'armadio per chissà quale motivo e neppure si rende conto che ne ha bisogno ogni mattino per specchiarsi. Mah le donne.
E' proprio vero quel che diceva il povero papà, "chi le capirà mai, le donne"?

Tutti questi pensieri gli attraversavano la mente ogni mattina, ogni mattina come se fossero nuovi, ogni mattina con le stesse conclusioni.
E poi si alzava, andava al bagno e poi, più tranquillamente, sedeva innanzi a lei al tavolo della cucina e mangiava avidamente quella colazione sempre più misera e miserabile.

6 commenti:

Stepan Mussorgsky ha detto...

"Alla fin fine (anzi, all'inizio inizio!) ve lo avevo ben detto: questo blog non ha né capo né coda."

Non è vero, ha capo e coda e due orecchie molto lunghe! :P

Miiii... ma chi avimmu ca? Brain Jonathan Coe! Bravo!

Ma tu da ragazzino non andavi a giocare a pallone come tutti gli altri? O_o

Thomas Morton ha detto...

In effetti niente male per essere "l'esperimento letterario di un ragazzino". Quello che stona forse è proprio il volersi occupare dei drammi della mezza età, che non credo un giovine possa comprendere a fondo (per un adolescente si è già vecchi e decrepiti a trent'anni).
Comunque a me la narrativa stanca, preferisco la saggistica. :-P

brain_use ha detto...

@usa-free:
Tennis si, pallone no. Sono sempre stato uno strazio.

@Thomas:
Io invece alterno fasi saggistiche a fasi narrative. Adesso, ad esempio, sono nella transizione ed ho "aperto" l'ultimo Zafon e un bel saggio sull'inquisizione spagnola.

@entrambi:
Grazie.
Francamente temevo stroncature più marcate. In effetti, comunque, si sente la lente d'ingrandimento deformata dall'età troppo giovanile.

yos ha detto...

Se la memoria non mi inganna avevo letto qualcosa di simile anche da "Se sono rose ..."

Non è che si tratta di plagio ;)

brain_use ha detto...

Semplice omonimia:
http://www.focus.it/Community/cs/forums/thread/224961.aspx

Devo ammettere però che anche la foto è somigliante! :P

btw: complimenti per la memoria, yos!

yos ha detto...

Semplice omonimia:

Peccato, era mia intenzione denunciare per plagio l'autore dell'articolo pubblicato su Focus.
Poi, logicamente, avremmo fatto a metà.
Con la mia parte mi sarei comprato una telemetro laser ultimo modello: "Extra long middle short XP": è anche in grado di friggere le patatine e leggere il futuro nei fondi di caffè.
Ci avrei misurato la distanza che c'è tra Straker e la sua correttazza.



btw: complimenti per la memoria, yos!


Grazie! Ricordo sempre tutto ciò che faccio.
Per me è molto semplice riuscirci: infatti sono un tipo abitudinario e faccio sempre le stesse cose.

A parte questo ho una memoria di ferro, anche se è un po di tempo che non do una mano di antiruggine.