lunedì 28 gennaio 2013
domenica 27 gennaio 2013
sabato 26 gennaio 2013
Visione schizofrenica
mercoledì 23 gennaio 2013
Poste Italiane
Scena:
ufficio postale di perifera, mattino.
Due postazioni di lavoro, entrambe occupate, un'operatrice con cartellino "chiuso" e lo sguardo rivolto all'infinito e l'altra con cartellino "aperto" lo sguardo fisso al monitor.
Davanti alla seconda, fila di 3 persone.
Ore 8.22
Seconda operatrice (alla signora davanti allo sportello, che aspetta già da minuti con bollettino e contanti poggiati allo sportello): "Non la faccio passare perché siamo ancora chiusi"
Signora allo sportello: "Ah... credevo stesse leggendo qualcosa sul computer..."
Prima operatrice (sposta lo sguardo dall'infinito alla sua collega): "Come ancora chiusi? Siamo aperti dalle 8:15."
Seconda operatrice (alla collega): "Davvero? Nell'ufficio di prima aprivamo alle 8:30"
Prima Operatrice: "Ah... bello! Magari chiudevate anche presto..."
Seconda Operatrice: "Alle 12:30"
Prima Operatrice: "Ah... e perché qui alle 12:45...?"
E via cantando fino alle 8:35
ufficio postale di perifera, mattino.
Due postazioni di lavoro, entrambe occupate, un'operatrice con cartellino "chiuso" e lo sguardo rivolto all'infinito e l'altra con cartellino "aperto" lo sguardo fisso al monitor.
Davanti alla seconda, fila di 3 persone.
Ore 8.22
Seconda operatrice (alla signora davanti allo sportello, che aspetta già da minuti con bollettino e contanti poggiati allo sportello): "Non la faccio passare perché siamo ancora chiusi"
Signora allo sportello: "Ah... credevo stesse leggendo qualcosa sul computer..."
Prima operatrice (sposta lo sguardo dall'infinito alla sua collega): "Come ancora chiusi? Siamo aperti dalle 8:15."
Seconda operatrice (alla collega): "Davvero? Nell'ufficio di prima aprivamo alle 8:30"
Prima Operatrice: "Ah... bello! Magari chiudevate anche presto..."
Seconda Operatrice: "Alle 12:30"
Prima Operatrice: "Ah... e perché qui alle 12:45...?"
E via cantando fino alle 8:35
venerdì 11 gennaio 2013
L' "identificazione univoca"
Nel mio piccolo, io, povero consulente inforNatico (no... mi correggo: inforNatico è riservato a straKKer...) di provincia, ho passato qualche ora in questi giorni a discutere con un tot di clienti a proposito dell’articolo 1, comma 325, lettera d), della legge 24
dicembre 2012, n. 228 che prevede che:
Ieri dopo che è stato "chiesto da più parti di chiarire cosa si debba intendere per numero progressivo che identifichi la fattura in modo univoco" l'Agenzia delle Entrate ha gentilmente chiarito con Risoluzione 1/E del 10/01/2013 che:
Ringraziamo sentitamente.
per le operazioni effettuate a partire dal 1° gennaio 2013, la fattura deve contenere un “numero progressivo che la identifichi in modo univoco”.Mezz' ItaGlia ha perso in questi giorni migliaia di ore di lavoro a discutere se e come "identificare in modo univoco" le fatture a partire dal 2013: numero progressivo senza azzeramente con cambio esercizio, numero/anno, altre idee... ma poi... che si fa in contabilità?
Ieri dopo che è stato "chiesto da più parti di chiarire cosa si debba intendere per numero progressivo che identifichi la fattura in modo univoco" l'Agenzia delle Entrate ha gentilmente chiarito con Risoluzione 1/E del 10/01/2013 che:
qualora risulti più agevole, il contribuente può continuare ad adottare il sistema di numerazione progressiva per anno solare, in quanto l’identificazione univoca della fattura è, anche in tal caso, comunque garantita dalla contestuale presenza nel documento della data che, in base alla lettera a) del citato articolo 21, costituisce un elemento obbligatorio della fattura.Centinaia - migliaia su base nazionale - di ore perse nell'attesa che chi di dovere scoprisse l'acqua calda.
Ringraziamo sentitamente.
martedì 8 gennaio 2013
Doppia segnalazione volante
Come un fulmine!
L'ultima scopertona del nostro Giuliettone nazionale su Giornalettismo: "Giulietto Chiesa scopre un clamoroso complotto di Al Qaeda!". Non vi rovino il gusto della lettura.
Importante (anche se sono pronto a scommettere... le orecchie d'asino... che non servirà a un emerito beep) la petizione per chiedere la cancellazione di Boyager dalla pregiata RAI Radiotelevisione Italiana, che paghiamo tutti con un balzello, limitato ma quanto mai odioso visto l'infimo prodotto del nostro "servizio pubblico" televisivo.
Già che ci siamo, prima che i soliti signoRINaggisti comincino a blaterare a proposito della "Platinum Option" per risolvere il problema del debito pubblico con un paio di coins, raccomando la lettura dei seguenti articoli: "Il debito americano, Krugman e le monete di platino" e "Krugman backs minting a $1trn platinum coin".
giovedì 20 dicembre 2012
Ultimo post
Questo è l'ultimo post.
Almeno per quanto riguarda il tredicesimo b'ak'tun dell'attuale ciclo del Lungo Computo...
Cosa vi posso dire: Claudio ha già fatto "outing" ammettendo la sua vera natura Rettiliana.
D'altra parte, in tempi non sospetti anch'io avevo ammesso la verità: non sono un somaro!
Quello dell'immagine, quello che non vedete, naturalmente, è Nibiru, che aspetta tutti rettiliani e... tutti i somari della sezione disinformatori 11/9 del NWO!
Alfa coglie intanto l'occasione per constatare il mutare continuo della nostra società, apparentemente orientata verso un declino lento.
Su twitter e facebook Paolo Attivissimo... pardon... Paolo Sgomberonte, nota che in Italia il 7% delle persone crede alla fine del mondo del 21/12/2012: quattro milioni di persone!
Che hanno, tristemente, pieno diritto di voto (e datemi pure dell'antidemocratico!)
Cosa ci resta dunque da dire?
Io voterei per un Buon Natale, felice anno nuovo e un... b'ak'tun di fortuna a tutti voi!
Almeno per quanto riguarda il tredicesimo b'ak'tun dell'attuale ciclo del Lungo Computo...
Cosa vi posso dire: Claudio ha già fatto "outing" ammettendo la sua vera natura Rettiliana.
D'altra parte, in tempi non sospetti anch'io avevo ammesso la verità: non sono un somaro!
Quello dell'immagine, quello che non vedete, naturalmente, è Nibiru, che aspetta tutti rettiliani e... tutti i somari della sezione disinformatori 11/9 del NWO!
Alfa coglie intanto l'occasione per constatare il mutare continuo della nostra società, apparentemente orientata verso un declino lento.
Su twitter e facebook Paolo Attivissimo... pardon... Paolo Sgomberonte, nota che in Italia il 7% delle persone crede alla fine del mondo del 21/12/2012: quattro milioni di persone!
Che hanno, tristemente, pieno diritto di voto (e datemi pure dell'antidemocratico!)
Cosa ci resta dunque da dire?
Io voterei per un Buon Natale, felice anno nuovo e un... b'ak'tun di fortuna a tutti voi!
giovedì 13 dicembre 2012
Politica
A volte - sempre più spesso - mi chiedo cosa potremmo fare seriamente per cambiare le cose.
Abbiamo perso circa vent'anni, che non sono pochi, da "Mani pulite" (operazione più mediatica e politica che non giudiziaria) e dalla presa di coscienza che i conti pubblici erano da risanare fino ad oggi. E se erano da risanare allora, sono disastrosi oggi.
Da una parte dello schieramento politico se ne imputa la colpa al solo cavaliere e ai suoi compagni di viaggio, leggasi leghisti e leggasi An. Eppure non si può negare che, se il berlusconismo è stata una gran iattura per la "povera Italia", alla resa dei conti e visto che ha raccolto i voti e gli entusiasmi di gran parte del paese, non è stato altro che l'ultimo (spero) rantolo di un certo malcostume che io vedo tanto connaturato nella mentalità dei miei compatrioti.
Non sono un santo, sono solo un somaro qualunque, ma, vuoi per educazione vuoi per convinzione personale, ho sempre applicato la regola del minor danno e del maggior vantaggio. Parafrasando, se mi costa un euro farne guadagnare dieci a te, lo spendo volentieri. La gran maggioranza delle persone che incontro nella quotidianità invece applicano la regola contraria: pur di incamerare un euro sono allegramente disposti a farne gettare decine, magari pure centinaia, al loro prossimo e alla comunità.
Quando poi con lo Stato (con la "S" maiuscola) ci si va poi a confrontare, la tendenza a considerare la collettività un'entità a se stante (da sruttare in ogni modo) invece che l'espressione di tutti i nosti "io" (da rispettare e coltivare) diventa quasi impossibile da affrontare per l'italiOTA medio, che assume quasi automaticamente l'espressione facciale del lupo Ezechiele mentre guarda passare i tre porcellini che vanno al pic-nic.
La classe politica è da mandare al macero nella sua intierezza?
Probabilmente sì. Ma non posso dimenticare che questa classe politica è espressione del popolo italiano, della mentalità italiana, del pensiero italiano. E un parlamentare, o un consigliere regionale, o provinciale, o un assessore, che approfitta del suo ruolo per arraffare tutto quel che può per sé per la propria cerchia non è poi così diverso dal cassintegrato o dal lavoratore in mobilità che ne approfitta per lavorare in nero mantenendo gli ammortizzatori sociali, per tacere, naturalmente, del (grande) evasore fiscale.
La burocrazia fa impazzire?
Lo posso assicurare personalmente. A dispetto dei proclami, il carico di adempimenti più o meno sensati cui l'azienda e il cittadino devono sottostare cresce di legislatura in legislatura e di anno in anno. E' un sintomo evidente del fatto che le istituzioni, incapaci di svolgere correttamente la loro attività in autonomia, delegano all'ente privato una massa crescente di compiti, nel tentativo di compensare con la verifica formale la loro incapacità di eseguire controllo sostanziale.
Il problema di fondo, imho, nasce addirittura nella concezione stessa dello Stato.
La nostra egregia costituzione, tanto bella e affascinante nell'enunciazione dei principi, è un vero strazio nella definizione della ordinamento della Repubblica e delle sue istituzioni: dalle regioni autonome (della cui persistenza nell'anno domini 2012 aspetto da tempo che qualcuno mi spieghi la ratio) al concetto stesso di delega alle autonomie locali di tutta una serie di compentenze che non stonerebbero affatto nelle mani dell'autorità centrale. Dal numero dei parlamentari alle logiche di funzionamento delle Camere nell'iter legislativo, dai poteri del Presidente del Consiglio a quelli del Presidente della Repubblica.
Potremmo continuare a lungo, con mille esemplificazioni basate anche sulla casistica di tutti i giorni.
Ma la questione è: come se ne esce?
Escludendo il ricorso ai perfetti dilettanti (tipo grillini e compagnia cantante, che hanno già ampiamente dimostrato la portata del loro livello di dilettantismo) e giunti alla conclusione che gli attuali professionisti non hanno il benché minimo interesse né la benché minima intenzione di cambiare le cose, quale scelta rimane al cittadino semplice?
A parte emigrare in Svizzera o nel Botswana, naturalmente.
Abbiamo perso circa vent'anni, che non sono pochi, da "Mani pulite" (operazione più mediatica e politica che non giudiziaria) e dalla presa di coscienza che i conti pubblici erano da risanare fino ad oggi. E se erano da risanare allora, sono disastrosi oggi.
Da una parte dello schieramento politico se ne imputa la colpa al solo cavaliere e ai suoi compagni di viaggio, leggasi leghisti e leggasi An. Eppure non si può negare che, se il berlusconismo è stata una gran iattura per la "povera Italia", alla resa dei conti e visto che ha raccolto i voti e gli entusiasmi di gran parte del paese, non è stato altro che l'ultimo (spero) rantolo di un certo malcostume che io vedo tanto connaturato nella mentalità dei miei compatrioti.
Non sono un santo, sono solo un somaro qualunque, ma, vuoi per educazione vuoi per convinzione personale, ho sempre applicato la regola del minor danno e del maggior vantaggio. Parafrasando, se mi costa un euro farne guadagnare dieci a te, lo spendo volentieri. La gran maggioranza delle persone che incontro nella quotidianità invece applicano la regola contraria: pur di incamerare un euro sono allegramente disposti a farne gettare decine, magari pure centinaia, al loro prossimo e alla comunità.
Quando poi con lo Stato (con la "S" maiuscola) ci si va poi a confrontare, la tendenza a considerare la collettività un'entità a se stante (da sruttare in ogni modo) invece che l'espressione di tutti i nosti "io" (da rispettare e coltivare) diventa quasi impossibile da affrontare per l'italiOTA medio, che assume quasi automaticamente l'espressione facciale del lupo Ezechiele mentre guarda passare i tre porcellini che vanno al pic-nic.
La classe politica è da mandare al macero nella sua intierezza?
Probabilmente sì. Ma non posso dimenticare che questa classe politica è espressione del popolo italiano, della mentalità italiana, del pensiero italiano. E un parlamentare, o un consigliere regionale, o provinciale, o un assessore, che approfitta del suo ruolo per arraffare tutto quel che può per sé per la propria cerchia non è poi così diverso dal cassintegrato o dal lavoratore in mobilità che ne approfitta per lavorare in nero mantenendo gli ammortizzatori sociali, per tacere, naturalmente, del (grande) evasore fiscale.
La burocrazia fa impazzire?
Lo posso assicurare personalmente. A dispetto dei proclami, il carico di adempimenti più o meno sensati cui l'azienda e il cittadino devono sottostare cresce di legislatura in legislatura e di anno in anno. E' un sintomo evidente del fatto che le istituzioni, incapaci di svolgere correttamente la loro attività in autonomia, delegano all'ente privato una massa crescente di compiti, nel tentativo di compensare con la verifica formale la loro incapacità di eseguire controllo sostanziale.
Il problema di fondo, imho, nasce addirittura nella concezione stessa dello Stato.
La nostra egregia costituzione, tanto bella e affascinante nell'enunciazione dei principi, è un vero strazio nella definizione della ordinamento della Repubblica e delle sue istituzioni: dalle regioni autonome (della cui persistenza nell'anno domini 2012 aspetto da tempo che qualcuno mi spieghi la ratio) al concetto stesso di delega alle autonomie locali di tutta una serie di compentenze che non stonerebbero affatto nelle mani dell'autorità centrale. Dal numero dei parlamentari alle logiche di funzionamento delle Camere nell'iter legislativo, dai poteri del Presidente del Consiglio a quelli del Presidente della Repubblica.
Potremmo continuare a lungo, con mille esemplificazioni basate anche sulla casistica di tutti i giorni.
Ma la questione è: come se ne esce?
Escludendo il ricorso ai perfetti dilettanti (tipo grillini e compagnia cantante, che hanno già ampiamente dimostrato la portata del loro livello di dilettantismo) e giunti alla conclusione che gli attuali professionisti non hanno il benché minimo interesse né la benché minima intenzione di cambiare le cose, quale scelta rimane al cittadino semplice?
A parte emigrare in Svizzera o nel Botswana, naturalmente.
mercoledì 5 dicembre 2012
Humour da emersione.
Sì, lo so: l'ho presa da faccialibro.
Però è davvero tantissimo che non emergo dalle profondità della Vita Reale nell'aere del cyberspazio e mi sembrava che un po' di sano buon vecchio humour vagamente nerd fosse un buon modo di festeggiare l'evento.
Torno ad immergermi, questa volta nei meandri della casella email e nel mio blogroll che non consulto da un po': devo capire cos'è successo nel frattempo nel mondo dei "diversamente pensanti", altrimenti detti complottisti.
Non state a raccontarmi cosa succede nel nostro povero paesino quasi terzomondista che lo so già...
Però è davvero tantissimo che non emergo dalle profondità della Vita Reale nell'aere del cyberspazio e mi sembrava che un po' di sano buon vecchio humour vagamente nerd fosse un buon modo di festeggiare l'evento.
Torno ad immergermi, questa volta nei meandri della casella email e nel mio blogroll che non consulto da un po': devo capire cos'è successo nel frattempo nel mondo dei "diversamente pensanti", altrimenti detti complottisti.
Non state a raccontarmi cosa succede nel nostro povero paesino quasi terzomondista che lo so già...
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