venerdì 23 maggio 2014

Per 40 centesimi in più.

E' un po' che non scrivo, per varie ragioni, fra le quali una era anche il desiderio di ignorare del tutto la bailamme pre-elettorale.

Anche stavolta, per come la vedo io, un po' tutti i contendenti hanno colto alla perfezione l'occasione di mostrare nuove vette di piccineria. Il limite oltre il quale si comincia a scavare, dopo aver toccato il fondo, mi sembra però questa notiziola che mi costringe a scrivere due parole, anche in periodo di miniera.

La vicenda ha diverse sfaccettature che è interessante esaminare.

La prima è la pretestuosità politica della vicenda.

In primo luogo non è solo improprio ma semplicemente fuorviante parlare di "differenziare i menù delle mense scolastiche in base al reddito dei genitori dei bambini". A quanto sembra infatti si tratta di uno sconto sul prezzo del menù per quelle famiglie che non gradiscono che il figlio ingerisca dosi extra di carboidrati e lipidi o semplicemente preferiscono fornire in prima persona la merendina del pomeriggio.

In secondo luogo, anche in tempi di crisi, fatico assai a immaginare una famiglia in condizioni economiche normali che non sia in grado di integrare di ben 44 centesimi il costo del pranzo del figlio. Poffarre! Ben 44 centesimi al giorno, 3 giorni alla settimana, per un totale di € 5,28 al mese! Diciamo il costo di un pacchetto di sigarette...?
Evidenzio poi "in condizioni economiche normali" perché è ben noto che chi si trova in condizioni dichiaratamente disagiate può usufruire di agevolazioni e tariffe ridotte, tant'è che si scende, con un ISEE di 5000,00 € annui, fino al menù completo a 0,48 € a pasto.

Un secondo aspetto interessante è quello legato al ruolo educativo dei genitori.

Chi scrive non si è permesso alcuna gita scolastica fino al quarto anno del liceo, semplicemente per questioni di costo. Sapevo bene che la gran parte dei miei compagni andavano alle settimane bianche e alle gite infraannuali. Ma quando mamma e papà mi spiegavano, in verità un po' mesti, che non potevamo permettercelo, ne prendevo semplicemente atto e andavo a scuola coi compagni rimasti a fare quello che, mi era stato ben spiegato, era il mio dovere di bambino.
Non sono morto, non sono cresciuto depresso o complessato, né alcolizzato o tossico per la disperazione.

Mio figlio (che, tra parentesi, paga € 6,50 per la mensa scolastica, senza merendine al pomeriggio) pratica tiro con l'arco da qualche mese. La disciplina gli piace molto e di recente ci ha chiesto di cambiare l'arco scuola comperato a Natale con un arco più avanzato. E' una giusta richiesta, ma... nello stesso tempo è riemerso anche il desiderio per la playstation4 che aveva già manifestato.
Lo abbiamo perciò posto di fronte alla necessità di scegliere. Non di rinunciare, ma solo di rimandare alla prossima occorrenza uno dei due oggetti.
Perché anche se sarebbe possibile provvedere ad entrambi, crediamo fermamente che sia opportuno crescere con la coscienza che non tutto si ottiene facilmente, che nella vita ci si trova di fronte a innumerevoli bivi e che, specialmente in campo economico, è bene procedere per gradi.

Chiudo qui con un piccolo richiamo al mio ruolo di elettore.
Non vorrei infatti che la mia difesa del sindaco grillino fosse scambiata per improvviso innamoramento per i pentastelloni: mi viene l'orticaria al pensiero di mandare l'apoteosi dell'ignoranza a rappresentarci in europa, come sen'altro comunque finirà.
Domenica però credo che coglierò volentieri l'occasione per una bella grigliata e vi invito tutti a votare costui:

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo in pieno anche con te. Quello che molti non hanno capito è che il principio dell'orologio fermo* si applica a tutti, anche ai grillini.

*un orologio fermo segna l'ora esatta due volte al giorno esattamente con 12 ore di differenza... :)

Buzz Lloyd ha detto...

Posso?

Standing ovation da 92 minuti di applausi (e non sto facendo battute). In quello che scrivevi riguardo alle gite scolastiche e le scelte riguardanti le spese mi ci sono riconosciuto al 100%. Anche i miei dovettero impormi la scelta se fare sport (pagando la conseguente retta della società sportiva) o comprare non mi ricordo quale giocattolo. Scelsi lo sport e devo dire non me ne sono mai pentito.

brain_use ha detto...

Grazie Buzz, ma mi sembra semplicemente il comportamento del "buon padre di famiglia!