A molti non sarà sfuggita la polemica nata dall'intervista rilasciata da Grillo a Menachem Gantz, un giornalista del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth.
Se ne parla, ad esempio, sul Corriere e se ne parla in un articolo su Giornalettismo.
Se ne parla, naturalmente, nella comunità ebraica italiana.
I contenuti dell'intervista sono assolutamente esemplificativi di quello che mi verrebbe da definire il "solito approccio" da parte del leader del movimento 5 stelle a una tematica estremamente delicata com'è la politica estera riferita ad una zona particolarmente calda del globo: semplicistico, demagogico, farcito di luoghi comuni degni di una perfetta discussione da aperitivo al Bar Gino, proprio sotto casa, fra un bianchino e una patatina, in attesa che la sciura Maria butti la pasta.
E non me ne voglia l'oste, né la sciura di turno.
Leggere per capire: Grillo non si fa mancare i soliti vagheggiamenti para-cospirazionisti, compreso l'onnipresente Mossad, né le solite fonti ben informate. Al consueto "cuggino", per l'occasione, si aggiunge la fine interpretazione geopolitica del "suocero".
Ma quello che più è interessante, imho, sono, come sempre le reazioni del popolo dei fedeli.
Basta il thread dei commenti su Giornalettismo.
Avanza, quasi.
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