martedì 31 gennaio 2012

NIMBY



Come capita spesso, una vignetta vale mille parole.

Grazie a Marko per lo spunto.

5 commenti:

The Q. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
The Q. ha detto...

Sry per l'errore di pubblicazione.

Nel 2004 venivo attaccato dagli ambientalisti in qualche forum dove commentavo, perchè facevo notare come il biodisel fosse estremamente dannoso per l'ecosistema. La bassa produzione di biodisel per ettaro costringeva infatti a convertire centinaia di migliaia di ettari in mono-coltura per sostenere i consumi energetici di 10 anni fa, cosa che avrebbe alterato non poco decine di ecosistemi multi-coltura.

Dicevo anche che paradossalmente l'inquinamento si calcola in CO2 emessa, SO4, ecc...sostanze che nell'atmosfera alterano lo strato d'ozono e modificano il clima.
Ma per per ipotesi io realizzo un campo di turbine che dimezzano l'energia di un vento costante in una data area, cosa ottento? un cambiamento climatico (quanto meno locale).

Quindi cos'è nimby e qual è veramente il minor impatto ambientale per il territorio?

Buona VAS (valutazione ambientale strategica)

The Q. ha detto...

PS: gli ambientalisti, che ieri sostenevano il biodisel ed oggi invece preferiscono altre soluzioni visto l'alto impatto ambientale ed economico (vedi mais usato per biodisel invece che per sfamare animali e uomini perchè + redditizio) che creano le colture per produrre biodisel, vengono additati come nimby?

^_^

tripponzio ha detto...

allora rilancio le provocazioni di the q. e mi pongo una domanda sul nucleare: non è che la maggior parte delle persone contrarie al nucleare lo sono solamente perchè il nucleare coinvolge un maggior numero di giardini?

The Q. ha detto...

Non è una provocazione, è il concetto di ambientalismo che è mutato, comprendendo una forma diversa di impatto ambientale.
Quindi ciò che era considerato come "non ambientalismo" per partito preso viene oggi valutato da una prospettiva diversa.
Analogamente "Nimby" non è una forma statica. E' vero che descrive una tipologia di invidui, ma al tempo stesso è diventato nel web una specie di pregiudizio con cui epitetare chiunque abbia una prospettiva diversa evitando così il dialogo e la delucidazione della migliore soluzione ai problemi. Se dice no è nimby.

Quanto alle centrali nucleari, per esempio mio padre è convinto che se scoppia una centrale al confine italiano visto Tchernobyll (ma non conosce nemmeno tutti gli altri incidenti?! Tosmk7 per esempio) gli effetti saranno gravi anche in Italia...quindi tanto vale fare centrali nucleari anche in Italia!
Un "nimby suis generis" al contrario.
Ma se scoppia una centrale nucleare, che sia 1 km oltre il confine od 1 km dentro il confine non cambia nulla, quindi meglio avere un rischio doppio che ne scoppi una?! Si torna quindi alla valutazione ambientale strategica (VAS) legge nata in america negli anni 50-60 a seguito di un incidente nucleare e poi sviluppatasi meglio in Europa, legge che mira a descrivere per l'appunto l'impatto di un'opera nell'ambiente circostante.
Come si può mettere sullo stesso piano una soluzione che coinvolge decine di nazioni, tra l'altro secondo la legislazione e la democrazia di un solo paese, se l'impatto ambientale travalica i confini nazionali, rispetto soluzioni che non coinvolgono in modo così esteso l'ambiente? Più è contenuto l'impatto e meno è diffuso e pericoloso.
Come si può considerare sicura una reazione termobarica (metallo caldo + acqua fredda = temperatura media... scoperto nel 1700 o prima) per lo spegnimento di una reazione nucleare non estinguente (reazioni scoperte nel 1900-1950) con pure il livello chimico che gioca a sfavore della sicurezza (acqua entra in contatto con le barre di uranio a 3000 gradi e si dissocia in idrogeno che provoca il rischio di esplosioni capaci di danneggiare ulteriormente gli impianti)? Diverso sarebbe se si combattesse un rischio nucleare a livello di reazioni nucleari, reazioni chimiche e non solo con semplice acqua fredda pompata nel reattore.

L'esempio delle pale eoliche invece rende l'idea che inquinamento climatico è in primo luogo la sottrazione della maggior parte dell'energia da un ecosistema fino all'esaurimento rispetto ad un impatto più diffuso e parcellizzato.
La stessa curva di Hubbert è basata sullo stesso concetto e segna la fine dell'era del petrolio con il picco in cui la scoperta di nuovi giacimenti petroliferi è inferiore alla richiesta di petrolio.
Ciò apre la strada al concetto di efficienza energetica e risparmio energetico.

Questi concetti negli ultimi 10 anni sono cambiati, un po' come Nimby che da descrittore di una popolazione è diventato etichetta per pregiudizi.