lunedì 9 novembre 2009

50 anni e non sentirli.


E' di un paio di settimane fa, più precisamente il 29 ottobre, il cinquantesimo compleanno di Asterix, il simpatico personaggio di Goscinny e Uderzo che certamente non ha bisogno di presentazioni con i lettori.

E' festa grande tra i cugini d'oltralpe: musei e gallerie, politici e giornali hanno colto l'occasione per festeggiare il mito del piccolo gallo e dei suoi compagni di avventure con una proliferazione di analisi e considerazioni sulla genesi, sulle sue caratteristiche e sul suo successo.

C'è chi sottolinea le imprecisioni storiche ed etniche che circondano la vita del villaggio, dai menhir di Obelix fuori tempo massimo fino ai dettagli strutturali degli edifici e delle armi del villaggio.

Chi va a ricercare nella Storia le radici più profonde del successo dei personaggi: immediato torna alla mente il De bello gallico e con esso il ricordo dei Galli che la Rivoluzione del 1789 elevò a rango di autentici eroi nazionali del popolo tranalpino, scalzando quei Franchi ormai malvisti, al pari dei nobili le cui teste cadevano in quantità nei cesti di monsieur De Guillotine.

Napoleone III tributa poi doverosi onori a Vercingetorige facendo erigere il suo monumento ad Alesia nel 1865. La successiva sconfitta di Sedan del 1870 ad opera dei tedeschi di Bismarck completa l'identificazione nell'immaginario popolare degli antichi conquistatori romani coi Tedeschi della guerra Franco-Prussiana e trasforma Cesare in un Bismark ante-litteram.

E c'è chi si spinge dunque a delineare nelle avventure di Asterix e dei suoi amici i tratti di un Cesare vagamente dittatoriale come quello dipinto da Uderzo alla testa delle legioni romane. C'è chi ricorda che l'antica Armorica coincide con la moderna Bretagna, terra di ribellione e di resistenza all'invasore nazista della storia contemporanea.

C'è del vero senz'altro in questa interpretazione in chiave nazionalistica e vagamente ispirata ai miti della Grandeur, vista la simpatia che rasenta il fanatismo di cui gode il piccolo gallo presso i cugini d'oltralpe.

Come spiegare però il successo di Asterix e dei suoi compagni d'avventure in chiave internazionale? E ancor più al di qua delle Alpi, proprio nel paese d'origine di quelle legioni un po' ingenue e dalla parlata borgatara che testardamente si ostinano ad approcciare il piccolo villaggio del nord Armorica, ricavandone null'altro che una gragnuola di sberloni?

Forse non tutto si spiega solo con le interpretazioni nazionalistiche e scioviniste, con l'identificazione etrica e sociale e neppure con l'istintiva reazione all'oppressione e all'invasore.

Forse, semplicemente, la simpatia, i tratti umani, bonari e divertenti di tutta la combriccola e, perché no, l'abbaiare intelligente di Idefix, sono quello che più colpisce e attrae il lettore, indipendentemente dalla lingua in cui sono tradotti i dialoghi del simpatico gallo e dei suoi amici.

25 commenti:

underek_ ha detto...

Primo.


Ciao Brain :)

Thomas Morton ha detto...

Sì, è un po' nazionalistico, e sinceramente io me ne rendevo conto anche quando lo leggevo da piccolo, nel senso che provavo un vago senso di colpa nel divertirmi a vedere i miei compatrioti italici presi a mazzate.
Però Goscinny era un autore bravissimo. Ad esempio è anche l'autore di Lucky Lucke, e per chi legge il francese, anche di una deliziosa serie di libri per l'infanzia, "Le petit Nicolas".

Unknown ha detto...

Condivido: al di là di tutte le considerazioni politiche e nazionalistiche che un adulto può cogliere (o, ma non in questo caso, immaginare), la storia del piccolo Gallo affascina proprio per la simpatia dei suoi personaggi.
Il fatto che possa avere più chiavi di lettura ne evidenzia al limite lo spessore dell'opera; dal canto mio, ho sempre guardato Asterix con lo stesso approccio con cui lo vidi la prima volta, da bambino, salvo una scena relativa alle "fatiche", nello specifico quella relativa all'acquisizione del modulo all'interno di una sorta di ufficio pubblico ma, capitemi, ero appena uscito da un'estenuante giornata alla Asl per ottenere il certificato di invalidità per un parente. In tal caso non c'è innocenza che tenga!

Rado il Figo ha detto...

Francamente spiace come il buon Uderzo non abbia saputo resistere al voler comunque continuare la saga dopo la morte di Goscinny. Gli ultimi due episodi sono veramente di una tristezza unica.

Un tempo si diceva che per rivitalizzare un personaggio dei fumetti, bisognasse affiancargli un cane (vedi, per esempio, Mister Magoo o il signor Rossi), ma in Asterix il cane c'era già (Idefix, fra l'altro comparso solo dal Giro di Gallia in poi). Negli anni '90 la rivatilizzazione passò per il ringiovanimento del personaggio (le varie versioni baby dei Muppets, della banda Disney o di quella della Warner Bros), e qui si allineò indirettamente anche Uderzo (non tanto e non solo per "Come fu che Obelix cadde nel paiolo", quanto nel far comparire di botto la prole di molti abitanti del villaggio).

Ma prima ancora delle due c'era la vecchissima idea di far incontrare il personaggi cogli extraterrestri (gli esempi si sprecano, pure Dick Tracy fra gli altri), cosa che purtroppo ha fatto Uderzo nell'ultimo episodio, assolutamente dimenticabile.

Chiudo con una curiosità, ovvero che le due gag più note di Asterix sono invenzione dei traduttori italiani (Marcello Marchesi pare), ovvero il far parlare i romani in romanesco (tanto da... non capire più i motti latini) e l'acronimo di S.P.Q.R. con Sono Pazzi Questi Romani (in originale Obelix dice semplicemente "Il sont fouls ces romains": un'autentica fortunata coincidenza).

p.s.: se avete altre versioni delle curiosità, dite pure. Queste sono quelle che conosco io.

Anonimo ha detto...

L'altro ieri ho visto il volumetto del cinquantenario in edicola e l'ho preso. Deludente? Un pò si... La penultima avventura era deludente come dice Rado? E direi di si....

E pur tuttavia è stato bello trovare quel volumetto. Ed è bello rileggere le vecchie storie. Asterix è un capolavoro a prescindere. Ed è stato anche il primo fumetto che ho letto oltre all'onnipresente (e antipatico) topolino, grazie alla biblioteca comunale del mio paese che ne teneva delle copie da dare in prestito.

The Foe-Hammer ha detto...

A me asterix e compagni non sono mai andati a genio, li ho sempre visti come l'espressione della mania di grandezza frustrata dei francesi.
Non a caso questi celebrano personaggi come Vercingetorige e, in fondo, lo stesso Napoleone che hanno subito solenni bastonate (vedi Alesia e Waterloo)

Anonimo ha detto...

@foe hammer:

se è per quello una volta mi son trovato a lezione un ragazzo al primo anno (di storia NB) con una maglietta di El Alamein. Al che la domanda:" Una maglietta sulla battaglia del Piave ti sembrava brutta?"

Stepan Mussorgsky ha detto...

@Alessandro

Beh bisogna anche ricordare le stangate, mica solo le vittorie. Ad esempio il film su El Alamein mi è piaciuto e mi ha commosso parecchio, lo avete visto?

Quanto a Asterix mi è sempre piaciuto, e questo nonostante i francesi (in genere) non mi stiano molto simpatici e abbia quasi un'adulazione per la Roma imperiale! :D

Anonimo ha detto...

@usa-free:

Boh francamente a me frega poco anche delle vittorie. Sono un pò nichilista. In quel frangente particolare ero alla prima lezione universitaria dall'altra parte della cattedra e il ragazzino che ostentava nostalgismo di qualcosa che, data la sua età, probabilmente non aveva vissuto neanche suo nonno mi aveva un pò indispettito. :P

La rivalità italo/francese la osservo sempre con un certo piacere. Trovo che i due popoli siano talmente simili che probabilmente vale la logica dei due galli nello stesso pollaio. :)

Infine: mai visto il film El Alamein, mia manchevolezza.
Ma ricordo i racconti di reduci della Russia con un certo piacere anche se la mia deformazione professionale sta li a ricordarmi che eravamo invasori e che abbiamo commesso crimini di guerra.
Ciononostante, perdonatemi, ma i ricordi degli alpini al bar mi commuovono comunque.

Oh mio dio era un post su Asterix!!! Scusate.... :P

brain_use ha detto...

Mi piace sempre quando i thread di commenti spaziano così lateralmente.

Sui cugini d'oltralpe non mi sbilancio più di tanto (anche perché ne ho in carne ed ossa... ;) )

Mi limito a rammentare la mia prima visita a Parigi, una moltitudine di anni orsono, quando, scendendo alla Gare de Lyon notai con soddisfazione il cartello all'ufficio informazioni: "on parle douze langues".

Bene, mi dissi, esordendo in buon italiano. Ritentai con un inglese all'epoca ancora più che buono e poi con un vago spagnolo. Nemmeno col latino scolastico e con un francese un po' strascicato ebbi successo...

Forse, parlavano dodici dialetti de le midi de la France.

Anonimo ha detto...

@brain:

Curioso... nel sud della Francia mi sono trovato benissimo col tedesco e qua e la trovavo qualche "cugino di qualcun'altro" che parlava italiano. Era l'inglese che era visto con sospetto.

Memorabile il momento in cui in Hotel due signori che mi avevano sentito parlare con la mia ragazza riconoscono il mio accento (pordenonese!?!?) si avvicinano e li scopro essere degli zii dei miei vicini di casa. Che ovviamente vivevano nel nord della Francia ed erano li solo per un week end. Altro OT, tuttavia: più tempo ho passato in Francia più quel Paese mi piace. E francamente a me gli antichi romani sempre sull'anima son stati. Dovrò farmi una maglietta sulla battaglia del Teutoburgo! :P

brain_use ha detto...

Intendiamoci, massima stima per la Francia, che è anche un paese in cui mi sono sempre trovato bene e dalla cui organizzazione possiamo solo imparare.

Che però i francesi abbiano qualche complesso (e certo non di inferiorità) mi pare assodato e non frutto di una leggenda italiota.

Stepan Mussorgsky ha detto...

Flame di bassa lega:

Il francese è una lingua per sole femmine.

Terenzio il Troll ha detto...

Brain, permettimi una domanda non in tema con il post.

Ti andrebbe di riprendere il grande concorso "L'Attiratroll"? Magari con cadenza annuale.

Secondo me, quest'anno il blog di WeWee e' un ottimo candidato: ha visto persino piu' troll (non addomesticati) de "il Disinformatico".

Stepan Mussorgsky ha detto...

E se lo dice un troll come Terenzio... :D

Penso che sia per via degli argomenti trattati, per loro natura vere e proprie calamite per i troll...

brain_use ha detto...

Attiratroll: direi quasi che non si può competere con WeWee...

L'idea mi va.
Chi mi aiuta a mettere giù l'elenco dei candidati?

Stepan Mussorgsky ha detto...

Ok comincio io con la serie "voglia di sbattersi: zero"

I thread sul blog di Attivissimo riguardanti qualsivoglia complotto. :D

Thomas Morton ha detto...

Per eseprienza personale (ho lavorato nella struttura di accoglienza di un campeggio, e poi nella biglietteria di un museo): avete presente la macchietta da cinema del turista americano che ovunque va crede di essere signore e padrone e di poter dettare le regole, e tratta tutti come villici a lui subordinati e culturalmente inferiori? Ecco, quelli sono i turisti francesi.

Per dirne solo una: nella biglietteria erano esposte le informazioni riguardanti i prezzi, in inglese e in italiano. Mai che un olandese si sia lamentato che mancava la sua lingua. Indovinate invece chi si lamentava tutti i giorni?

Stepan Mussorgsky ha detto...

"Mai che un olandese si sia lamentato che mancava la sua lingua. Indovinate invece chi si lamentava tutti i giorni?"

E in questo non siamo per nulla cugini. L'italiano se non sa la lingua la inventa, e gesticola! :D

Anonimo ha detto...

ragazzi se ai luoghi comuni sui francesi sostituite italiani in genere il risultato non cambia. :P

Terenzio il Troll ha detto...

"L'italiano se non sa la lingua la inventa, e gesticola!"

Il seguente aneddoto non funziona molto bene in Italiano (si perde il doppio senso), ma rende l'idea.

Una collega, in Olanda, chiede ad un cliente con cui eravamo andati a pranzo: "Ma cosa vogliono dire tutti quei cartelli con scritto 'te huur'?"

Risposta: "Il cartello significa 'in affitto', ma tu hai detto 'prostituta'".

Thomas Morton ha detto...

ragazzi se ai luoghi comuni sui francesi sostituite italiani in genere il risultato non cambia. :P

Dissento. Non che voglia sminuire il fastidio per il comportamento dei miei connazionali all'estero, ma i luoghi comuni (perché è vero che di questo si tratta) non sono mica gli stessi. L'italiano è cafone e rumoroso. Il francese lo riconosci da quella tipica smorfietta di chi va in giro con la puzza sotto il naso.

Anonimo ha detto...

@Thomas:

Era un paragone superficiale. Suvvia... :)

E comunque negli ultimi anni anche l'italiano inizia ad avere la puzzetta sotto il naso. Dai commenti sul cibo che, se sei ad esempio in turchia, senti perfino in ristoranti da 5 forchette a quelli che pagano 0.99 euri un volo per Londra e si lamentano che non gli viene servito il caviale in volo....
L'involuzione del turista italicus è sotto i nostri occhi... :)

brain_use ha detto...

Io direi che l'involuzione dell'italiota medio è sotto gli occhi di tutti.

Anonimo ha detto...

@brain:

Sono stato accusato di essere antiitaliano in almeno 20 blog diversi. A nulla vale la spiegazione che criticare l'involuzione dei miei compatrioti significa in realtà amare il proprio Paese....
Quindi in genere ormai ci vado cauto! :P