
Proseguiamo la nostra piccola disamina delle predizioni maya sul "fatidico" anno 2012.
Chi avesse perso la prima parte, la può trovare qui.
Un passo verso la fine del mondo.
Torniamo dunque alla nostra fine del ciclo del Lungo Computo.
Per capire il significato di questa fine ciclo bisogna considerare ovviamente il suo inizio.
Ogni calendario, naturalmente, ha un punto di partenza: quello romano ab urbe condita, quello gregoriano alla nascita di Cristo, per il calendario islamico l'Egira di Maometto, per quello ebraico la presunta data della Creazione ecc...
Il "punto di partenza" dei Maya è il giorno 4 Ahaw 8 Kumk'u, il 13.0.0.0.0, l'11 agosto del 3114 a.C., nel calendario gregoriano.
Perché mai i Maya scelgono proprio quella data per inziare il Lungo Computo corrente?
Perché la data d'origine del Lungo Computo, anziché essere la data 0.0.0.0.0 è invece 13.0.0.0.0?
E perché la quinta cifra del Lungo Computo, anziché andare da zero a 19, come le altre, va da 1 a 13?
Non sappiamo la ragione della scelta di quella data precisa.
Ciò che sappiamo è che il numero 13 aveva particolare valore sacro e che, in realtà, sarebbe più corretto dire che il Lungo Computo va da 13 a 12.
Vediamo perché.
Esistono date, ad esempio a Palenque, che si riferiscono ad un periodo anteriore il giorno dell'inizio del Lungo Computo corrente, numerate ad esempio come 12.x.x.x.x.
Giunti al termine del tredicesimo B'ak'tun precedente, i Maya, semplicemente considerarono resettato a 13.0.0.0.0 il loro calendario e ricominciarono verso lo 1.0.0.0.0, invece di proseguire oltre verso il 14.0.0.0.0.
Il primo B'ak'tun dell'attuale ciclo del Lungo Computo va dunque dal 13.0.0.0.0 al 1.0.0.0.0 (il 13 novembre 2720 a.C. in gregoriano).
Giunti al termine del tredicesimo b'ak'tun, invece di proseguire verso 14.0.0.0.0, il ciclo si considererà terminato nuovamente e ricomincerà da "zero". Dove per "zero", si intende proprio il valore 13.0.0.0.0 e non lo 0.0.0.0
Ed è proprio la scelta di questo "misterioso" reset sull valore di 13.0.0.0.0 che ha dato origine all'intero corpus delle credenze moderne sull'ipotesi che al termine del prossimo ciclo qualcosa accadrà.
In realtà tuttavia i Maya non ci dicono affatto che il prossimo 13.0.0.0.0 segnerà un nuovo "reset": si tratta di una supposizione moderna basata semplicemente sul fatto che, quel giorno, si raggiungerà nuovamente il valore iniziale del calendario e che, quella volta, i Maya decisero di resettarlo.
A Palenque, ad esempio, una stele riporta una data per la celebrazione dell'anniversario dell'incoronazione di Pakal per il 1.0.0.0.0.8, corrispondente al 21 ottobre 4772 d.C.: un Lungo computo con 6 cicli,invece dei 5 abituali, strutturato così che dopo il 13.0.0.0.0 sarebbe giunto un 14.0.0.0.0, poi un 15.0.0.0.0 ecc... sino al "normale" 19.0.0.0.0 e all'apertura di un nuovo ciclo, di venti Piktun.
Per completare l'argomento del calendario, è doveroso precisare infine che esistono fonti di Lungo Computo che vanno ben oltre le 5 cifre.
Addirittura a Coba una stele riporta un Lungo Computo nel quale i cicli superiori sono limitati al 13 simbolico ma che raggiungono addirittura le 21 cifre (13.13.13.13.13.13. ... 13.13.13.0.0.0.0), lasciando anch'esso intendere che la Creazione attuale sia considerata unica e destinata a proseguire nel tempo.
Tutto ciò anticipa una delle molteplici ragioni per considerare nulle le attese millenariste sul 21 dicembre del 2012: i Maya non pensavano affatto che al termine del tredicesimo b'ak'tun il tempo sarebbe finito. A seconda delle fonti, meglio, delle tradizioni della singola comunità e della singola città-stato, si sarebbe ricominciato il ciclo, o, ancor più banalmente, si sarebbe proseguito oltre.
E' ragionevole invece pensare che la scelta di utilizzare 5 raggruppamenti di cicli per calcolare il Lungo Computo sia dovuto semplicemente all'esigenza di indicare un range di date sufficientemente lungo per poter rappresentare una data storica con sufficiente precisione: fermandoci al quarto gruppo, ci limiteremmo a 400 Tun, neanche 400 dei nostri anni, un periodo di tempo insufficiente per una corretta datazione storica. Ammettendo anche la quinta cifra e pur limitandola al tredicesimo valore, siamo in grado invece di contare 5200 Tun, circa 5125 dei nostri anni: un periodo di tempo sufficientemente lungo da essere considerato la Storia della loro civiltà.
L'uso di ulteriori raggruppamenti, spesso ancora in base 13, oltre al quinto, ovviamente è superfluo per uso storiografico comune ed è infatti adottato solo in casi eccezionali.
Per approfondire ulteriormente la logica dei calendari maya, raccomando infine questo documento della Foundation for Advancement of Mesoamerican Studies.
I sostenitori delle tesi millenariste sul 2102 ribaltano invece il concetto. Invece di considerare la data di fine del ciclo come semplicemente dipendente da quella dell'inizio, indicano quella della fine ciclo come la data significativa: coincidenza con il solstizio d'inverno, allineamento galattico, fine del ciclo precessionale.
Vedremo che grado di fondatezza hanno queste presunte coincidenze.
L'allineamento galattico e la precessione degli equinozi.
Il 21 dicembre 2012 il Sole risulterà allineato all'Equatore Galattico.
Tradotto in altre parole, la linea dell'eclittica, ovvero il movimento apparente del Sole nel cielo nel corso del tempo, incrocierà in quella data la linea dell'equatore galattico, la linea immaginaria che passa per il piano luminoso della Via Lattea.
Si tratta di una posizione relativa che si ripete ogni 25800 anni circa, quando il moto precessionale dell'asse terrestre riporta nella medesima posizione relativa il sole e l'equatore galattico (in realtà bisognarebbe anche tenere conto della nutazione, ma, per le nostre esigenze, facciamo finta che non ci sia).
Ma è davvero così eccezionale questa circostanza?
Tra il 1983 e il 2019, il Sole ha attraversato o attraverserà l'equatore galattico ogni anno, il giorno del solstizio, il 21 dicembre.
E lo attraversa regolarmente due volte all'anno.
Naturalmente, non sempre il giorno del solstizio, proprio per effetto della precessione. Ogni 71 anni, infatti, la posizione relativa del sole rispetto al cielo stellato si sposta di un giorno. Ad esempio, nel 1941, l'incontro tra la linea dell'eclittica e l'equatore galattico avvenne il 22 dicembre, un giorno più tardi, e nel 1870, il 23 dicembre, ancora un giorno più tardi, e così via.
I Maya, lo sappiamo, conoscevano e celebravano il moto della precessione.
Ad esempio, un re che vivesse abbastanza da vedere 3 cicli minori di 8660 giorni, raggiungendo così il giorno precessionale di 71 anni, riceceva il titolo di 3-11-Pik Ajaw.
Ma, quanto importante era il solstizio?
In altri termini: quanto avrebbe interessato i Maya il fatto che nel 2012 l'incontro tra la linea dell'eclittica e l'equatore galattico cadrà il giorno del solstizio?
Non molto, in verità: agli archeologi non risulta alcun rilievo particolare dato ai solstizi nelle celebrazioni e nei documenti maya, che, si noti, erano per altro molto attenti a tramandare ogni data significativa e ad associare tra loro gli eventi di una qualche importanza.
Le cinque creazioni.
Non molto ci è pervenuto dei miti della Crezione maya.
Ciò che è rimasto sono le iscrizioni della zona di Izapa, i murales di San Bartolo, qualche reperto su vasellame dell'epoca classica, il Codice di Dresda, e il Popol Vuh, di cui parleremo tra poco e che contiene il mito degli Eroi Gemelli, che prepararono il mondo per la creazione finale, la nostra.
Ciò che emerge da queste fonti frammentarie è una cosmologia intricata, spesso divergente da città a città.
Per raggiungere un corpus più o meno coerente, si deduce la cosmologia maya dagli analoghi miti aztechi, in particolar modo dalla Pietra di Axayacatl, o Pietra del Sole azteca, spesso riportata erroneamente nelle raffigurazioni che circolano sul web come "calendario maya" e che trovate come immagine a corredo di questo post.
La leggenda che ci viene raccontata dalla pietra è quella dei cosidetti Cinque Soli, o cinque creazioni.
La prima ebbe inizio il giorno 4-Giaguaro, nel 956 a.C., e terminò con una strage dei suoi abitanti, divorati dai giaguari, 13 cicli di 52 anni (676 anni) dopo, nel medesimo giorno.
La seconda, dopo un periodo intermedio imprecisato, ebbe inizio e fine nel giorno 4-Vento e fu più breve, appena 7 cicli di 52 anni (364 anni), culminando in un uragano.
Dopo un nuovo periodo intermedio, la terza creazione iniziò e finì nel giorno 4-Pioggia, durò 6 soli cicli di 52 anni (312 anni) ed ebbe termine attorno al quarto secolo dopo Cristo, in una pioggia di fuoco.
La quarta ebbe inizio e fine nel giorno 4-Acqua, cominciò con una inondazione della durata di un intero ciclo di 52 anni, e terminò in una nuova inondazione, verso la fine dell'undicesimo secolo, dopo 13 cicli di 52 anni, come la prima.
Ognuna di queste creazioni costituiva un miglioramento evolutivo rispetto alla prece3dente, era dominata da dei in coflitto tra loro ed era intrinsecamente instabile, raffigurata com'era sulla pietra in corrispondenza con uno dei quattro punti cardinali, nord, sud, est e ovest.
Ma la quinta era, il quinto sole, la creazione centrale, era destinata ad essere differente.
La quinta era, quella in cui viviamo, ebbe inizio nel 1143 o 1195 d.C., nel giorno 4-Movimento.
Gli dei misoero in moto il sole con un sacrificio di sangue, da cui viene la necessità periodica di nutrire il moto dell'astro.
E la quinta (ed ultima, ce lo dicono gli Annali di Cuauhtitlan) creazione è intrinsecamente stabile, grazie alla sua centralità.
E potrebbe durare per sempre. O terminare con un catastrofico terremoto.
Quando? In un giorno 4-Movimento di un anno 2-Canna: il prossimo sarà il 2027, il successivo il 2079.
Sappiamo che gli Aztechi derivarono il loro calendario da quello maya.
Gli Aztechi, però, modificarono le date del calendario maya, persino la data di nascita di Quetzalcoatl, probabilmente intenzionalmente e ragionavano su cicli di calendario di 52 anni, molto più brevi rispetto a quelli che siamo ormai abituati a trovare nelle steli maya.
Qual'è dunque il legame tra il mito azteco e le predizioni maya sulla fine del ciclo?
Il legame viene da un testo, il Popol Vuh, una raccolta di leggende scritto all'incirca nel 1550 d.C. dopo la conquista spagnola, in linguaggio maya Quiché, di cui potete trovare una traduzione inglese qui.
In effetti, riporta anch'esso le cinque creazioni atzteche ed ha una struttura molto simile, concordando persino sul fatto che la quinta creazione sarebbe stata l'ultima.
Si parla però del giorno 4 Ajaw (che corrisponderebbe al 4-Fiori azteco) e non c'è la precisa struttura del mito azteco: colori, Dei di riferimento e punti cardinali per ognuna delle creazioni, durate precise in multipli del ciclo di 52 anni, corrispondenza tra la data d'inizio e di fine della Creazione, derivazione dal significato data medesima della causa della fine di ciascuna Creazione.
E ci si focalizza soprattutto su eventi intercorsi tra una creazione e l'altra, il mito degli Eroi Gemelli che precedette l'attuale, ad esempio.
In altre parole, non esiste una fonte storica che associ in alcun modo i cicli del Lungo Computo alle cinque ere dei miti della creazione ed è assolutamente arbitrario ritenere che alle cinque ere si possano associare cinque cicli di Lungo Computo.
Cosa ci dicono i Maya.
Beh, non molto, a dir la verità.
Per essere precisi, i testi maya parlano spesso del giorno 13.0.0.0.0.
Ma parlano del primo giorno del Lungo Computo: esistono infatti diverse, interessanti,versioni del mito della creazione del 13.0.0.0.0 (per approfondire, consiglio la lettura di questo documento).
Solo un testo cita invece il 13.0.0.0.0 che verrà il 21 dicembre 2012, il Tortuguero Monument 6:
Tzuhtz-(a)j-oomu(y)-uxlajuunpik (ta) Chan Ajawux(-te') Uniiw. Uht-oomEk’-? Y-em(al)?? BolonYookte' (K'uh) ta?.
Ecco tutto.
Ah, non avete capito?
Semplice: "il tredicesimo Bak’tun finirà nel 4 Ajaw, 3 K’ank’in. ?? succederà. La discesa di BolonYokte’ verso ??"
Non è poi molto, vero, per ipotizzare fine del mondo ed altre amenità!
BolonYokte’, per dir la verità è considerato un dio di cambiamento e distruzione.
Ma non era tra i più interessanti per i Maya: viene citato nel Codice di Dresda, ma non raffigurato, né lì né da nessun'altra parte, a differenza di tutti gli altri Dei maya.
Ma c'è dell'altro. Il professor Stephen Houston, nel 2008, rivede l'interpretazione dell'iscrizione che abbiamo appena letto e conclude che, la "predizione", non sarebbe altro che una dedica di un monumento del diciassettesimo secolo e non, come inizialmente supposto, una previsione del futuro.
Un'ultima fonte è il libro di Chilam Balam.
Si tratta dei libri del "Profeta Giaguaro", di cui sopravvivono diverse versioni, scritte a partire dal sedicesimo secolo, fino al diciottesimo, nei quali le tradizioni Maya e Spagnole si sono rimescolate.
Si tratta, com'è ovvio, di prodotti di una cultura ormai imbastardita dai secoli di conquista. Ad esempio, nei testi si confonde l'Haab di 360 giorni con quello di 365 e la durata dei K'atun varia dagli originari 20, fino a 24 Tun. Alcune date sono semplicemente sbagliate.
Esso contiene profezie cicliche, che si applicano a periodi di vent'anni e che si ripetono ogni 256 anni.
Dunque le profezie relative all'era 1992-2012 si applicano anche al periodo 1736-1756 e al 1480-1500: "Quetzal verrà, l'uccello verde verrà, Ah Kantenal verrà (kante è un albero, N.d.R.). Il vomito di sangue verrà. Kukulcan (Quetzalcoatl, N.d.R.) verrà con loro una seconda volta. La parola di Dio, lo Itzà (un popolo maya, N.d.R.) verrà".
Come si vede si parla di profezie che fanno a gara con quelle di Nostradamus, quanto a precisione e possibilità di interpretazione!
Il ritorno di Quetzalcoatl inoltre, che è di derivazione azteca, abbiamo visto essere atteso per il 2027, come prima occasione!
Infine, gran parte delle profezie riguardanti i singoli k'atun, è risultata, semplicemete sbagliate:
Il Primo soffrirà pioggia "scarsa e poco abbondante"
Il terzo, "peccati carnali" e "governanti dissoluti"
"Dure notizie" caratterizzano il quarto
"Locuste, lotte e pochi guadagni", il quinto
Il sesto è sostanzialmente "male"
L'ottavo soffrirà siccità
Il decimo "discorsi lascivi"
Il tredicesimo non avrà "giorni fortunati"
mentre le altre sono vaghe o positive.
Rimescoliamo le carte.
A questo punto è necessario fare un po' di sunto e di ordine.
I miti aztechi della creazione, ci dicono che la quinta era, la nostra, sarebbe stata l'ultime.
Il mito della creazione maya somiglia suppergiù a quelli degli aztechi.
I Maya conoscevano la precessione e, guarda caso, moltiplicando per cinque la durata del Lungo Computo (5125 anni e 133 giorni), 5 per 5125,366 anni, otteniamo 25627 anni, che assomiglia in qualche modo alla durata di un ciclo precessionale (25786 anni).
La fine dell'attuale ciclo del Lungo Computo è prevista per un giorno (uno dei tanti) in cui il sole si troverà allineato all'equatore galattico e, per di più, si tratta di un solstizio, il giorno in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, il punto di declinazione massima o minima.
Ce nè abbastanza per allarmare gli animi sensibili della New Age?
Certo che c'è.
E infatti ecco nascere le più svariate teorie.
Dalle cinque ere:
Era dell’Acqua: 23614 a.C. - 18489 a.C.
Era dell’Aria: 18489 a.C. -13364 a.C.
Era del Fuoco: 13364 a.C. - 8239 a.C.
Era delle Terra: 8239 a.C. - 3114 a.C.
Era dell’Oro: 3114 a.C. - 2012 d.C.
Alla fine del mondo, a Nibiru e altre fantasie, al "Rinnovamento della Coscienza".
Nulla ci dicono però in realtà i Maya di allineamenti galattici, trasformazioni della coscienza, apocalissi e altre amenità.
Ci dicono invece che si aspettavano che Pakal fosse ancora celebrato nel 4772 d.C., che la vita sarebbe proseguita fino a date ben oltre quel che ci aspettiamo dal futuro dell'Universo e che il Lungo Computo non si sarebbe resettato al 13.0.0.0.0, ma avrebbe proseguito fino al 19.0.0.0.0. Fino al 1.0.0.0.0.0 e oltre.
In altri termini: preparate tranquilli lo spumante per il capodanno del 2013!
E, se Giacobbo non è d'accordo, mi offro personalmente di acquistare le sue proprietà a un decimo del loro valore il 20 dicembre del 2012.
Tanto... che se ne farà, dopo?
Per approfondimenti:
FAMSI - 2012 The End of The World?
FAMSI - FAQ's about 2012: The end of the World? - FAQ's
FAMSI - It's Not The End Of The World:
http://www.famsi.org/research/vanstone/2012/2012Part1.pdf
http://www.famsi.org/research/vanstone/2012/2012Part2.pdf
http://www.famsi.org/research/vanstone/2012/2012Part3.pdf
http://www.famsi.org/research/vanstone/2012/2012Part4.pdf
FAMSI - Traduzione inglese del Popol Vuh.
What Will Not Happen in 2012 « Maya Decipherment
Mesoamerican Long Count calendar
Maya Calendar
Maya Religion
Aztec Calendar Stone
Popol Vuh
Chilam Balam
2012 Doomsday Prediction
Infine, anche il Disinformatico si è occupato della questione qui .