
Spero tutti abbiate letto il bel post di Thomas Morton "
L'ultimo dogma".
Se non lo avete fatto, fatelo prima di proseguire.
Situazione grottesca e per molti versi inverosimile, quella della famiglia scientificamente aperta ed aggiornata che si ostina a nascondere al piccolo di casa la Verità sulla provenienza dei doni ad aeternum.
Eppure fa nascere diverse considerazioni.
La prima: nelle famiglie di oggi sono sempre crescenti e sempre più marcati gli stimoli a considerare i bambini dei piccoli adulti; viceversa però adolescenti e post-adolescenti restano eterni bambinoni.
Entrambe le posizioni, che pure incredibilmente convivono nelle medesime persone conducono a delle distorsioni di ruolo e di comportamento.
Chiediamo a bambini di tre o quattro anni di scegliere cosa mangiare a cena, gli diamo in mano un cellulare fin dalle elementari, permettiamo loro di
ordinare i giocattoli di Natale e di regolare svariate scelte di acquisto a livello familiare. Ma al contempo ci aspettiamo di decidere (e non consigliare) quale scuola far intraprendere all'adolescente che si avvia alle superiori, se non addirittura al giovane che finisce la maturità.
E gli impediamo di affrontare la benché minima responsabilità, a scuola come nella vita, almeno fino al distacco inevitabile dal cordone ombelicale familiare... grosso modo all'età del prepensionamento dello stereotipato figlio unico.
La seconda: viviamo in una società sempre più laica e secolare, dunque il ricorso a figure prestate dal fervore religioso a rappresentare l'incarnazione folkloristica della Bontà è in drastico calo.
Non che la cosa mi rechi dispiacere: ho sempre aborrito quel misto di sacro e profano che si incarnava nell'immagine di Gesù bambino che porta i doni la sera di Natale. Lasciamo che Gesù lo si incontri in chiesa, se lo si desidera, e non affidiamogli compiti di pura manovalanza che non gli competono, se non altro per semplice gerarchia.
Il Babbo Natale della rappresentazione contemporanea risponde invece splendidamente all'esigenza di trovare una figura laica che riesca al contempo ad incarnare questa immagine della Bontà che elargisce doni chiedendo in cambio solo altra bontà.
Una figura davvero bella e che non può che far bene alle menti fin troppo egocentriche degli adulti di domani.
La terza: il pensiero corre alla fiaba di Natale che, piccolo piccolo, mi raccontava mio padre prima della buonanotte della vigilia e che ancora mi intenerisce.
E non solo per il ricordo, inevitabilmente nostalgico, delle parole dolci di mio padre, ma anche per la magia che scaturiva da quel racconto e dai sogni vividi di tutta quella splendida notte.
In ultimo: potremmo lanciare una raccolta fondi per realizzare un documentario che, dopo anni di lavoro indefesso, sveli al mondo la Verità su Babbo Natale e le sue renne. Che ne pensi, Thomas?
a presto
b_u