mercoledì 26 novembre 2008

Capitolo 1 e Capitolo 2

Alla fin fine (anzi, all'inizio inizio!) ve lo avevo ben detto: questo blog non ha né capo né coda.
Ci capita quel che mi passa per l'anticamera del cervello in quei dieci minuti consecutivi in cui le dita stanno sulla tastiera ma la mente no...

Dunque beccatevi un esperimento letterario di quand'ero un ragazzino.
L'idea, mostruosamente ambiziosa, era quella di una sorta di diario di vita dipinto attraverso i pensieri incrociati di una coppia di mezz'età.
Non feci in tempo a decidere se i due dovessero avere figli o meno, né quale fosse il legame profondo tra i due, benché sposati: all'epoca lasciai cadere, anche per la difficoltà strutturale che mi ero imposto del non parlare in prima persona, dell'alternare gli eventi di Lei e quelli di Lui, dei capitoletti brevi ma intensi.

In questo periodo, però, mi è ricapitato tra gli occhi e così vi propino l'inizio di quel che scrissi allora. Non siate troppo crudeli.


CAPITOLO 1
RISVEGLIO DI LEI

Erano tanti anni, ormai, che la scrutava, nella penombra del mattino; eppure quella faccia, quel viso consunto, ogni volta le appariva nuovo, inquietante. L'ingiuria degli anni aveva così arricchito quegli occhi di rughe da farle sembrare ogni volta diversa quell'immagine, ogni volta appartenente ad un'entità nuova che le appariva ogni mattino.
Ormai i raggi del sole erano giunti a lambire la maniglia accanto allo specchio; ancora poco, pochi minuti ed anche quella mattina il nuovo giorno avrebbe dissolto quel riflesso etereo, quasi spiritico.
Il suo riflesso.
Finalmente lo specchio avrebbe taciuto e solo qualche timido cinguettio avrebbe rotto il silenzio del suo animo.

Era sempre stato così il risveglio durante tutta la sua vita.
Di volta in volta il nuovo giorno era sorto per lei sempre più presto, più a lungo era stata costretta a quello spettacolo quotidiano.
Quante volte aveva chiesto di spostare quell'assurdo armadio tanto antico, il cui specchio così lucido e levigato la tormentava come una lamina metallica che le penetrasse il cervello. Nulla. Mai era stata ascoltata e assecondata.
E ancora adesso quando le si presentava l'occasione, riportava pazientemente il discorso sul pesante mobile, sperando sempre; sempre poi delusa dal disinteresse per un lavoro "così faticoso, così inutile".

Ecco, ancora poco.
Erano sempre questi, gli ultimi istanti prima della luce purificatrice, i più tremendi. Sempre più profondi, i solchi della fronte le ricordavano la fatica di vivere, il tempo che passa, i sogni che sfuggono persino il potere del ricordo. Sempre più spauriti i suoi begli occhi tentavano invano di staccarsi da loro stessi, finché lo sforzo diventava troppo grande per una donna così minuta e l'ennesima lacrima trovava una via per giungere al mento.

Quante erano state quelle lacrime, chissà, una al giorno, forse, trecentosessantacinque giorni l'anno, moltiplicati per tutti quegli anni. Tutti quegli anni, sì, che pure, a ben pensarci, non le pareva affatto di avere vissuto. Non lei, no. Forse era stato un sogno, uno di quei strani sogni che ti crescono attorno, ti avvolgono, ti prendono finché alla fine non sai più neppure se un giorno tornerà il risveglio, fanciulla, nel tuo lettino, o se ancora continuerà, continuerà...


CAPITOLO 2
RISVEGLIO DI LUI



Lui si svegliò svegliato dal suo stesso russare.
Quand'era giovane succedeva di rado, ma ora che il rombo della sua gola s'era fatto più vigoroso suggendo le forze proprio dalla profondità del sonno, le parti s'erano invertite e il rumore era divenuto più potente del torpore.
Beh, in fondo anche lei non aveva poi avuto tutti i torti a lamentarsi per tutti quegli anni, a scalciare, a svegliarlo così bruscamente per potere a sua volta riprendere sonno.

Ma in fondo che importava! In fondo quando il sesso serale era stato un pò più soddisfacente del solito, un pò meno monotono, quando s'era tentata timidamente qualche variazione un pò più erotica tutto era poi andato così bene e s'erano sempre addormentati felici ed abbracciati come il primo giorno.
Peccato fosse successo sempre più di rado.

Peccato non avere trovato lo stimolo di vivere la moglie come una donna e peccato ancora che neppure lei sapesse d'avere un così focoso stallone al suo fianco! Tante notti sarebbero trascorse più serene. Tanti stimoli sarebbero sopravvissuti all'arrivo del giorno... ma lei non se n'era mai accorta.

Anche stamani lei è già sveglia.
Buffo come si preoccupi di quelle poche rughe, buffo come passi il tempo a rimirarsi nello specchio cercando di vedersi bene nel buio e quando finalmente arrivano la luce e la verità insieme, d'un tratto si volti, quasi rassicurata anziché sminuita, si alzi, si getti in cucina a preparare la colazione.
Sono anni che continua così. Sono anni che chiede di spostare quell'armadio per chissà quale motivo e neppure si rende conto che ne ha bisogno ogni mattino per specchiarsi. Mah le donne.
E' proprio vero quel che diceva il povero papà, "chi le capirà mai, le donne"?

Tutti questi pensieri gli attraversavano la mente ogni mattina, ogni mattina come se fossero nuovi, ogni mattina con le stesse conclusioni.
E poi si alzava, andava al bagno e poi, più tranquillamente, sedeva innanzi a lei al tavolo della cucina e mangiava avidamente quella colazione sempre più misera e miserabile.

domenica 23 novembre 2008

Fine di un mito.


E' sempre triste, la fine di un mito.
Sia esso una rockstar, una ideologia politica o, nel nostro caso, un concetto che ha accompagnato gran parte della nostra vita lavorativa.
E' questo il caso del caro buon vecchio "Open Space", del quale parrebbe dobbiamo abituarci all'idea delle esequie premature e di una lunga fase di elaborazione del lutto.

Simbolo di libertà, uguaglianza e fraternità per gli uffici degli ultimi quarant'anni, parto della creatività del designer Robert Propst negli anni '60 alla ricerca di un ambiente che fosse un emblema della ricerca della comunicazione e della condivisione di idee, è oggi divenuto osservato speciale di due specialisti del lavoro francesi: Alexandre des Isnards e Thomas Zuber.
La conclusione cui giungono i due esperti del settore, pubblicata nel loro pamphlet "L'open space m'a tuer" parrebbe quasi sconvolgere questa immagine cameratesca e democratica che il concetto di ufficio aperto s'era conquistata.

Spazi angusti nei cosiddetti cubicoli che compongono gli alveari dei call center di tutto il mondo, ma anche semplicemente i mille disturbi tipici della condivisione degli spazi: dal vociare veryveryloud tra vicini di scrivania, al trillo dei telefoni altrui che si unisce al nostro in un mal riuscito concertino, giù giù fino agli odori molesti di qualche collega un po' troppo ormonale.

E che dire dell'ambiente vagamente a metà tra stasi, securitate e kgb costituito dal controllo costante dei colleghi spioni? Quante volte vai in bagno, quanto tempo trascorri alla macchinetta del caffè e con chi, in rete o in chiacchiere telefoniche!

E' questa, grosso modo, l'immagine sbiadita e dissacrata che del caro vecchio Open Space emerge dall'articolo a firma Alessandra Retico, comparso su Repubblica di venerdì.
Da ambiente democratico e comunicativo a realtà spersonalizzante, confusionaria e scarsamente produttiva per il costante rumore di fondo che contrasta la concentrazione.
Dalle stelle alle stalle, parrebbe.

E qui casca l'asino... anzi il somaro.

Già, perché dovete sapere che qualche anno fa il solito somaro ha cambiato ufficio.
E al momento di entrare nel nuovo edificio, in una memorabile riunione coi colleghi ci si pose il problema dell'organizzazione degli spazi e delle scrivanie.
Votammo per l'Open Space.

A malincuore, oserei dire, perché già allora, ben prima che illustri specialisti del lavoro pubblicassero le loro ricerche avanzatissime, il sottoscritto già presagiva cosa l'avrebbe aspettato.

Dal trillo insistente delle linee telefoniche altrui, fino alla maledettissima radio eternamente sintonizzata sulla stazione più noiosa del continente.
Una sorta di hit parade delle musichette di livello sanremese più banali in circolazione in rotazione continua: sono ben rari i giorni in cui la stessa canzonetta non passa 4 o 5 volte tra le orecchie del somaro (e potete immaginare quanto siano sensibili) ed ancor più rare le volte in cui, dopo supplica sui ceci di qualche ascoltatore, il deejay azzarda qualcosa che non sia usato come musichetta per cellulare da adolescenti.

Insomma, l'altro ieri, leggendo l'articolo apparso su Repubblica, non ho potuto reprimere un sorriso.
E constatare una volta di più come la banalità delle osservazioni quotidiane di chi vive una certa realtà superi facilmente per capacità previsionale le elucubrazioni più sofisticate.
Meglio la pratica che la grammatica, direbbe mio nonno buonanima.

Resta da chiedersi perché accettare passivamente la radio molesta.
Che ci volete fare, sono un democratico per natura!


a presto
b_u

giovedì 13 novembre 2008

Santa pazienza


C'era una volta un somaro.
Non era un cattivo somaro.
A volte un po' stressato, a volte un po' frettoloso.

Oggi, il nostro somaro si è recato di gran fretta in ufficio, con l'urgenza di dover sistemare alcune attività arretrate. Come spesso accade, tuttavia, l'attraversamento della [censura] linea ferroviaria che quotidianamente deve affrontare, è costato al nostro equino quasi una decina di minuti. Pazienza.

Dopo una mattinata burrascosa divisa fra telefono formato flebo e composizioni per tastiera solista senza orchestra né band al seguito, il nostro somarello si è recato presso un cliente dal quale aveva appuntamento. E la solita linea ferroviaria ha colpito ancora.

E ancora, tornando in ufficio.

E ancora tornando finalmente a casa.

Un rapido calcolo e un confronto col contachilometri ci porta a due o tre totali: 14 chilometri, circa un'ora.
Allucinato dai tempi di "down" delle sbarre dei due passaggi incrociati, il nostro somarello, un po' stressato dai tempi sprecati e un pochetto irritato per aver visto vanificato il "salto del pasto" del mezzogiorno, ha pensato bene di chiamare le care vecchie Ferrovie dello Stato, stazione di Milano, ufficio reclami:

Drin driin...
Driiin driiiin...
Driiiiin driiiiiin...
"Ufficio Reclami, buonasera, in cosa posso esserle utile?"

"Buonasera, solo un'informazione."

"Mi dica"

"Che velocità di percorrenza media ha un treno merci?"

"Aspetta un pacco? C'è qualche ritardo?"

"No, no... mi dica solo che velocità media ha un treno merci."

"Ho capito: Lei è fermo davanti a un passaggio a livello!"

"Bravo! Non ci ha messo molto. Ne devo dedurre che non sono il primo a farvi notare che 8-12 minuti di sbarre abbassate sono un tantinello eccessivi..."

"Eh, ma sa... sono questioni di sicurezza"

"Questioni di sicurezza un [beep censura]! Se il treno va a 60 all'ora voi tirate giù le sbarre quando è a 8-10 chilometri! Se va a 120, ci metterà pure di più a frenare, ma le sbarre vanno giù che il treno è a 15-20 km! Che razza di questione di sicurezza sarebbe?"

"Ma... sa, ha ragione. Ma le norme..."

"Si si, lo so. Le norme. Siamo in Italia. Mi scusi il disturbo: era solo per sfogarmi un po'".


Ecco: adesso mi sono sfogato un altro po'...


a presto
b_u


p.s.
Colgo l'occasione per un paio di segnalazioni importanti.
Avrete magari già notato dall'elenco blog a fianco e magari già anche letto i due articoli in questione. Ma fa niente: non per nulla mi sono autonominato "Gran Propagandiere delle Esimie Opere di Debunking del Web italiota".

Undicisettembre pubblica un articolo sui nuovi filmati ottenuti, via FOIA (sapete quella cosa che i complottisti ancora non hanno nemmeno capito che esiste?), da Scott Bingham.
Così si fa ricerca.
Prendete nota egregi cospirazionisti, non con le maldicenze, i filmini sgranati e i rumors assortiti.

L'altra segnalazione riguarda un nuovo articolo di Thomas che completa in qualche misura lo splendido Critica della ragione cospirazionista, già pubblicato anche su Undicisettembre.
Parlo del nuovo "la maledizione del caso e l'11/9" che consiglio di leggere attentamente anche ad eventuali cospirazionisti di passaggio.

lunedì 10 novembre 2008

Bubbole pseudoscientifiche formato bigino




Scrive Dario nei commenti e pubblico io, dal momento che si tratta di una buona ricapitolazione formato bigino di un filone completo di bubbole pseudoscientifiche che circolano da decenni:


Avete presente quando i nostri scianti tirano fuori la storia delle antenne HAARP e le "armi scalari"?

Beh, c'è dietro tutta la mega bubbola della riformulazione sbagliata delle equazioni di Maxwell in forma vettoriale. Filone veramente molto ricco: il campo elettromagnetico sarebbe scalare e non vettoriale.
Ci sarebbero soluzioni particolari delle equazioni di M. che dimostrerebbero come sia possibile costruire armi a raggi, ma soprattutto come sia possibile tirar fuori energia dal vuoto.


- Prima vena: le macchine del moto perpetuo sarebbero possibili, ma le cattivissime multinazionali del petrolio starebbero "sopprimendo" l'invenzione. Lo stesso Tesla se ne sarebbe accorto e l'hanno fatto fuori. Vedasi, una per tutte, la storiella del MEG [Motionless Electromagnetic Generator, N.d.r].

- Seconda vena: le armi a raggi sono una realtà.
E non da adesso, ma dalla Seconda Guerra Mondiale! Cosa credete che stesse costruendo Heisenberg in una caverna del Baden-Wurttenberg? Un reattore nucleare? Ingenui!
Gli Americani sanno tutto e usano le armi a raggi da 50 anni contro gli Alieni (suona di Area 51?). Perche' non le abbiano usate contro Saddam, al momento mi sfugge...
Quando Tesla ha provato ad avvisare gli Americani, alla vigilia della guerra, i Tedesci l'hanno fatto fuori (ma come, non erano stati i petrolieri? Petrolieri tedeschi!)


- Terza vena. Con queste fantomatiche soluzioni speciali alle equazioni di M., sarebbe possibile l'invisibilità!
No, non la "banale" invisibilità ai radar, ma proprio quella vera.
Avete mai sentito parlare di Philadelphia Experiment?


- E ancora: Tesla, che sapeva parecchio, sapeva anche che la teoria della relatività ristretta di Einstein era sbagliata e fece un sacco di litigate con lui (ok, questo pezzettino è vero: le litigate sono documentate). Alla fine riuscì a convincerlo, Einstein arrivò a formulare una Grande Teoria Unificata e... ...non la pubblicò mai!
Ma gli Americani, che hanno tutte le carte, sono avanti cent'anni e ci hanno costruito di tutto su quelle basi teoriche. Aerei ad antigravità, macchine per il controllo del clima (eh? Ma non usavano i tanker? Ah, ok, i sigaroni volanti di Straker), macchine del tempo...


- Dulcis in fundo, perché questa le corona veramente tutte, quando dicevo che Heisenberg stava costruendo armi scalari: beh, i nazisti scampati alla fine della guerra si sarebbero ritirati al Polo Sud con tutto quel ben di Dio tecnologico ed avrebbero trovato la strada per accedere alla cavità centrale della Terra (secondo questa variante, la terra sarebbe sì cava, ma noi staremmo fuori e dentro ci sarebbe un altro mondo abitabile).
Quest'ultima bubbola era in voga negli anni Cinquanta.


Tutto questo mi ha fatto riflettere: nel complottismo non si butta mai via niente.
E' bello come dei complottoni che logica vorrebbe mutuamente esclusivi possano tutti convivere allegramente.


E nessuno che si fermi a chiedersi se almeno uno non sia fasullo.
Chissa se lo sciachimista medio e' cosciente di tutto questo retroterra "culturale".



Chiediamolo a Vibra (possiamo chiamarlo Vibra, vero?)!

venerdì 7 novembre 2008

Chi di lapsus ferisce di lapsus perisce...


Scoop del giorno!

Chi segue le vicende dei cospirazionisti ricorderà bene l'interrogazione parlamentare di Chiesa a proposito del lapsus della Bhutto sulla morte di Bin Laden.

La BBC, responsabile del servizio in questione aveva subito chiarito l'evidenza del lapsus, ma il complottista nostrano non si era lasciato convincere ed era arrivato, oltre all'interrogazione in questione, fino al punto di ipotizzare addirittura che fosse proprio questa verità scottante ad averne causato l'eliminazione...

Qui la ricostruzione della vicenda di allora:

Giulietto Chiesa e la rivelazione di Benazir Bhutto: Osama bin Laden assassinato

La risposta della Commissione Europea a Chiesa



Ebbene: come si potrebbe dire "chi di lapsus ferisce di lapsus perisce"... infatti:

Giulietto Chiesa ed il nuovo presidente americano

Come si chiede Henry, ora chi fa l'interpellanza urgente all'Europarlamento?

a presto
b_u

giovedì 6 novembre 2008

Una cenetta al Boccalone



Dopo la disillusione della scoperta dello scherzo di bb02427 ho capito di aver perso la mia grande occasione per partecipare al concorso dell' Attiratroll del Mese.

Pensa e ripensa l'idea di Thomas mi è sembrata interessante, soprattutto se abbinata al nuovo concorso che vado a lanciare: la "Cena al Boccalone" del semestre.

Ovviamente, mi autocandido sfruttando la scia dello scherzo su focus. Ma un concorso con un solo candidato al titolo sarebbe facilmente accusabile di frode.
Persino qui in Italia.

E' pur vero che si potrebbe ripescare lo scherzetto da prete che il buon Orboveggente fece mesi fa sul solito Disinformatico a tema scie chimiche, ma ci tengo ad una rosa più ampia.

Dunque ecco l'idea da cui nasce la mia incursione di stasera sui due blog antisciachimisti "I Deliri di Hanmar" e "Banfer Enemy": vedremo quanti risponderanno alle provocazioni di un perfetto esemplare di credulone fedele della Sacra Setta delle Scie Comiche. Il nostro amico nasce ora con un nome altisonante, Galileo, e con una missione "impossibile": provocare quanti più interventi degli amici di laggiù nel corso di poche ore.

Non me ne vogliano il Gran Visir e il Supergattone Presidente, se scelgo le scie cOmiche come tema da sbeffeggiare: quello che da sempre vado ribadendo, infatti, è che la bufala delle scie cOmiche è, di tutte le invenzioni complottiste, la più inconsistente in assoluto.
Un mega-iper-complottone che preveda il rilascio intenzionale di migliaia di tonnellate di sostanze chimiche non meglio precisate ad opera di migliaia di tanker e di partecipanti, infatti, non sta in piedi in alcun modo sul piano organizzativo e razionale.
Senza bisogno di scomodarne l'inconsistenza scientifica.

Di buono c'è, personalmente, che mi ha fatto rispolverare nozioni di fisica di base archiviate nei cassetti più nascosti della mente e me ne ha fatte scoprire di nuove grazie alla preparazione davvero notevole della schiera di tutti gli amici debunkers.
E, soprattutto, che ha contribuito a costruire una specie di combriccola di amici formata di tante persone davvero ricche e stimolanti.

E mentre quando sento i vari Mazzucco, Blondet e Chiesa sproloquiare sull'11/9 non posso reprimere un morso allo stomaco che nasce dall'insolenza consumata ai danni delle vittime di quel giorno, la bufalona delle scie cOmiche resta una bufalona a "costo zero", almeno per quello che riguarda il rispetto agli esseri umani.


Ovviamente, questo post sarà pubblicato domattina, quando l'arrivo di Hanmar e BigRedCat sui rispettivi blog porterà alla scoperta della vera identità del "povero complottista convinto" Galileo.

Mille scuse a tutti coloro che sperecheranno energie e tempo per rispondere alle farloccate di Galileo.


Ah... dimenticavo: naturalmente offro io la cena al ristorantino del premio.
Al vincitore il solo costo dei biglietti aerei per tutti!



AGGIORNAMENTO DEL MATTINO:
Laggiù si sono impegnati davvero in tanti, per svegliare dal suo torpore il singolo neurone del povero Galileo. Successone oltre le previsioni per lo scherzetto da preti.

Ora devo solo decidere se pubblicare il mio post rivelatore ora o tentare la sorte e vedere se Hanmar e BigRedCat non resisteranno alla tentazione di una pronta risposta o si premureranno di verificare prima la provenienza del nostro Complottista Fantasma... Sono tentato... Molto tentato... :P

Come una pera cotta...

Ebbene sì, lo confesso, ci sono cascato come una pera cotta.

Stavo già pensando di potermi autoassegnare il premio per l'Attiratroll di Novembre, risparmiando così sulla fabbricazione del nanetto da giardino in puro orgone con decori in nanomunghi e cornice in bario.

Ma la realtà si è rivelata diversa ed ho dovuto subire la doccia fredda che l'amico bb02427 mi ha riservato.

Pubblico qui il suo post rivelatore e rimando tutti al forum di focus nel thread "Ah... questi complottisti...", a partire da metà pagina 13, quando bb02427 è comparso a lanciare il guanto di sfida!

La speranza è che ora, esaurito lo scherzo, bb02427 decida di passare a trovarci su undicisettembre.blogspot.com o sul forum di crono911: sarebbe una presenza in più di certo interessante.

A voi lo shot rivelatore:



p.s.
Si accettano segnalazioni e candidature per l'attiratroll di questo mese (votazioni a partire dal 15).


a presto
b_u

mercoledì 5 novembre 2008

Yes, we can!


Alla faccia di tutti gli statistici di questa terra.

Ma anche onore al merito di McCain.
Pochi avrebbero usato parole come le sue per congratularsi col vincitore.



"We have come to the end of a long journey. The American people have spoken, and they have spoken clearly,"

"Senator Obama has achieved a great thing for himself and for his country. I applaud him for it."

"in a contest as long and as difficult as this campaign has been, his success alone commands my respect for his ability and perseverance."

"But that he managed to do so by inspiring the hopes of so many millions of Americans who had once wrongly believed that they had little at stake or little influence in the election of an American president is something I deeply admire and commend him for achieving."

"It's natural, tonight, to feel some disappointment. But tomorrow, we must move beyond it and work together to get our country moving again,"

McCain told his supporters that it was natural "to feel some disappointment. Though we fell short, the failure is mine, not yours."

"These are difficult times for our country, and I pledge to him tonight to do all in my power to help him lead us through the many challenges we face."

"Whatever our differences, we are fellow Americans and please believe me when I say no association has meant more to me than that."

"This is an historic election, and I recognise the special significance it has for African-Americans and for the special pride that must be theirs tonight,"


Li avessimo noi, politici del genere.


Fonti:




AGGIORNAMENTO:
Consiglio vivamente la lettura di questo post di John su Crono911.
Esprime alla perfezione i miei pensieri di queste ore.


Cito una parte dell'intervento di John:
"Obama è l'uomo nero in tutti i sensi: è l'uomo nero di chi ha sempre paventato il razzismo dei bianchi americani, è l'uomo nero dei complottisti e delle loro teorie sul NWO e sulle macchinette truccate, è l'uomo nero dei veri razzisti che abbiamo qui e che qui scrivono, legiferano e insegnano, è l'uomo nero di chi ha pomposamente predicato parole come integrazione, fratellanza, eguaglianza ecc... additando gli USA come i nemici di questi principi.


Per noi, per me, Obama è una grande occasione, una grande opportunità per gli Stati Uniti e per il mondo. Per la prima volta, il presidente americano è più di un presidente, è un vero e proprio simbolo che fa impallidire i simboli e le bandiere che in tanti hanno sventolato."

martedì 4 novembre 2008

Oh my God

















Normalmente, uso una immagine "piccola" come tocco di colore per i post.

Lo scopo dell'immagine è quello di colpire l'occhio, ammiccare un po' ai concetti che si vogliono sottolineare, invogliare alla lettura.

Nulla di più.

Normalmente.

Stavolta, per gentile concessione di BigRedCat, Presidente del Comitato Nazionale Banfer Enemy. Arconte Precario, Oscura Presenza in Co.co.Pro, Apprendista Cavaliere Orgonico, copio-incollo l'immagine da Banfer Enemy, dimensione grande.

Perché?

Perché la notizia merita l'immagine. O l'immagine merita la notizia. Non so, fate voi:

Lo ha fatto veramente

Consiglio il divertente articolo dedicatogli dal Disinformatico:

Scie chimiche, ci siamo giocati anche Di Pietro

Per quel che mi riguarda, posso solo dire di aver depennato un ulteriore nominativo dall'elenco dei "votabili" in questo paese allo sbando.

Ancora un paio e chiederò asilo politico in Svizzera.
O magari in Ghana.

lunedì 3 novembre 2008

Assegnazione ufficiale e un paio di segnalazioni


Il tempo è poco, ossia scarseggia, diceva qualcuno tanti anni fa.

Ma una puntata rapida è doverosa per la consegna ufficiale dell' "Attiratroll del Mese" al buon Paolo Attivissimo che, con 18 voti su 26 si aggiudica il premio con facilità.

In bocca al lupo a tutti per l'elezione del mese prossimo!




Intanto, c'è un interessante esperimento da segnalare sul "Disinformatico":
Il Disinformatico: Mi aiutate per una fiction TV?

...e il thread lanciato dal sottoscritto dedicato ai complottisti sul forum di focus ha superato le 30.000 visite.
Emozionante. Quasi.

Ah... Questi complottisti!

Quanti saranno i lettori complottisti?


Infine, Thomas Morton ha pubblicato un articoletto dedicato all'ennesima "perla" dell'europarlamentare più complottista della storia: davvero divertente e godibile, quasi da far invidia agli amici di "Perle Complottiste".



A presto
b_u


AGGIORNAMENTO!
"Lo ha fatto veramente"

Non ho parole.