martedì 31 gennaio 2012

Cloud, che bella parola...

Brrrainblog non è certo lo spazio per un dibattito sul tema.
C'è già, fortunatamente, chi ospita gran belle chiacchierate su simili problematiche.

Però mi piace usare il mio microblogghetto per qualche spunto, più o meno personale, come al solito.
Prendo a prestito le parole di Kevin Mitnick che riassumono perfettamente i termini del problema:

Il caso Megaupload ha appena dimostrato che i VOSTRI dati NON SONO AL SICURO nel cloud. Il Governo può semplicemente sequestrare i vostri dati :-( mentre interviene su un'altra azienda
Come Volevasi Dimostrare.

9 commenti:

The Q. ha detto...

Microblog, microcommento.
Ma secondo te blogger.com cos'è? secondo me è un cloud site, ovvero un server che ospita il tuo sito, risparmiandoti il costo di dover tenere acceso un pc con ip fisso per l'indicizzazione su un motore di ricerca.
Esistono infatti le piattaforme indipendenti, come Osiris e Keyforum od i motori di ricerca indipendenti e distribuiti come YaCy che non sono ospitati in nessun server e sono quindi "indipendenti". Ma nulla vieta all'FBI di tracciare il tuo IP e venirti comunque a bloccare il pc a casa.

Poi c'è la questione "cloud computing", ovvero uso di termini in modo scorretto.
Così come si chiama socialnetwork facebook (un insieme di clan di amici chiusi ed invisibili all'esterno) al contrario dei semplici forum, blog e chat liberi ed aperti (dove davvero conosci nuova gente scambiando idee), analogamente il "cloud computing" sono quegli esperimenti cloud di condivisione di risorse di calcolo (VMWare Sphere, Amazon AM2 il supercalcolatore da 240 teraflops accessibile a 10 euro al mese).
Quello criticato infatti è il "cloud archive". Ma di "cloud archive" ce ne sono due, quello chiuso e quello pubblico. Quello fermato è uno dei maggiori siti di cloud pubblico, che nulla ha a che vedere con gli esperimenti di minor fama del cloud privato (dropbox, megacloud, ecc...) i quali non sono ancora stati fermati.
Un altro esperimento cloud sono Panda Cloud e Trend Micro cloud, antivirus con le definizioni depositate sul server dell'AV.

Sorry, non mi è venuto un micro-commento.

brain_use ha detto...

@The Q:
Quello criticato, come giustamente rilevi, è il "cloud archive", non altre forme di impiego delle risorse distribuite offerte dalla rete.

E, personalmente, lo critico nella misura in cui l'impiego di quest'ultimo mi spinge a perdere il controllo dei miei dati.

Siano essi copie mp3 dei miei legalissimi cd ospitati nel mobiletto di casa, siano essi documenti importanti per la mia attività lavorativa o personale.

Non è che perdere le fotografie scattate in una vita intera o la storia completa di un blogghetto amatoriale come brrrainblog sia un'esperienza più piacevole che perdere i dati contabili della propria azienda.

Proprio per questo, i dati contabili della mia azienda stanno sul mio server, con le opportune copie di backup. E le fotografie stanno sul mio portatile anch'esse con gli opportuni backup.

Mentre brrrainblog sta su una piattaforma che lo ospita (gratuitamente, ma questo è incidentale) ma che mi permette anche di esportarne i contenuti in locale ogni volta che desidero farlo.

E lo faccio spesso, dopo la vicenda megaupload.

Tutto qui.

Credo che i vantaggi della logica sottostante il concetto che si sintetizza con la parola "cloud" siano essenzialmente racchiusi nella fase di distribuzione e condivisione delle informazioni.

Ma che sia un errore grossolano utilizzare gli strumenti messi a disposizione della rete come storage unitario di informazioni.

Per mille ragioni, anche di sicurezza e di riservatezza, di cui il caso megaupload è solo uno dei possibili esempi.

The Q. ha detto...

riassunto del commento messo sul disinformatico: come rilevi è un grosso errore considerare il cloud come un backup unitario, perchè l'unitarietà è rischiosa.

^_^

The Q. ha detto...

altro esempio di cloud non percepito:
facebook, youtube...

Caricando su questi due siti foto e video è come farne un backup per il futuro.
Possono essere pubblici o privati e stranamente, per youtube, sebbene megaupload e youtube caricassero entrambi contenuti fraudolenti e li cancellassero dietro segnalazioni, uno è stato chiuso e l'altro è ancor oggi aperto.

bbye

brain_use ha detto...

l'unitarietà è rischiosa.

ooops... meno male che Accademia è sparito... ;-)

(btw, è sparito davvero?)

tripponzio ha detto...

c'è una sola cosa che mi lascia perplesso: perchè si pensa sempre e solo al governo che interviene? cioè, se per dire, chi fornisce lo spazio su cui condividere pubblicamente o conservare privatamente una copia, decidesse, un giorno, di chiudere i battenti per bancarotta? se dovesse subire un pesante attacco informatico e i dati dovessero essere rubati? se i proprietari fossero malintenzionati e dovessero decidere di "rivendersi" in qualche modo i dati ivi contenuti?
non c'è solo l'fbi che chiude megaupload, ci sono tante altre possibilità che trasformano una bella idea in un'utopia.

Il Lupo della Luna ha detto...

Ad esempio l'azienda che ospita i tuoi dati potrebbe fallire.. Non avere nessuna copia dei dati è stupido, sia che stiano su un server chssà dove sia che stiano sul computer sotto la scrivania.

Non avere una copia e lamentarsi quando l'orignnale sparisce è, se possibile, ancora più stupido.

brain_use ha detto...

@Trip & Lupo

Esattamente questo intendo quando dico che il cosiddetto "cloud" non è il posto giusto per tenere i propri dati.

Lo è per condividere quella quota dei propri dati che si ritiene di dover/poter/vvoler condividere.

The Q. ha detto...

@tripponzio
Keepass - cloud archive di password per l'accesso a siti internet.
Nel 2011 pensò di aver subito un tentativo di attacco informatico per la sottrazione delle password a causa di volumi di traffico inusuali.
Comunque gli hacker anche se avessero avuto accesso al database... avrebbero dovuto decriptarlo, perdendo il resto della loro vita.

@brain
dici che sia meglio unicità?