domenica 26 giugno 2011

Preghiera per Černobyl'

26 aprile 1986.
Venticinque anni.
Quasi il tempo di dimezzamento del Cesio 137. Quasi.

Preghiera per Černobyl', di Svetlana Aleksievič, è una raccolta di storie, di interviste, di racconti.

Una raccolta di voci, monologhi solitari che a sprazzi si raccolgono in coro e che si precisano e si richiamano, si rincorrono e si sottendono, ripetendo innumerevoli versioni della medesime vicende di dolore che è il sentimento portante di ogni racconto.

Ci sono le mogli dei "liquidatori", ci sono i contadini, ci sono scienziati e militari, ci sono uomini dell'apparato e ci sono filosofi, ci sono gli anziani e ci sono i bambini.

C'è l'ignoranza di chi si chiedeva cosa mai potesse essere questa fantomatica "radiazione" che non si vede ma che fa del male. C'è il dolore infinito di chi ha perso i suoi cari. C'è l'abnegazione di chi si è sacrificato per fermare il mostro più in fretta possibile. C'è la coscienza vigile e eroica, proprio accanto alla totale ignoranza della proporzione del pericolo. C'è lo spirito indomito e la fede nell'idea e nel sistema propri dell'uomo sovietico, che vuole vincere anche questa guerra contro un nemico invisibile e c'è la colpevole negligenza degli apparati burocratici, più attenti al rispetto dei piani quinquennali che alla salute dei propri connazionali. C'è la pietà e l'indifferenza, la malattia e la sofferenza, la scienza e la filosofia, la propaganda e i segreti di stato, il fatalismo e la fede. C'è Dio e la tecnologia.
C'è tanta pietas e persino nostalgia.

Incredibilmente, c'è poca rabbia che pare quasi trasparire, più che dal dolore di chi ha sofferto, dai ricordi di chi in quegli apparati militava e prova il bisogno di difendere la sensatezza di scelte che all'uomo occidentale degli anni duemila non possono che apparire deliranti al limite della delinquenza.

Sono voci che parlano all'uomo di oggi e di domani della tragedia di ieri.

E' un libro crudo, duro ma non rabbioso, un libro che si lascia leggere a poche pagine per volta.
Un libro che si deve leggere.

3 commenti:

souffle ha detto...

Se ne potrebbe regalare una copia al sedicente Prof. Battaglia, no?

CosmicMummy ha detto...

sicuramente un libro interessante e da leggere con rispetto. io però lo venderei con in allegato il Report del Chernobyl forum, in modo da distinguere quelle che sono le sensazioni e le conseguenze psicologiche di un incidente come questo - gravissime e da non sottovalutare, con quella che è la epidemiologia reale.

mother ha detto...

magari ci fosse stata solo chernobyll. I russi han fatto di peggio, solo che non essendo una democrazia, manca l'informazione a tal riguardo.

^_^'