sabato 25 giugno 2016

Brrr...exit

Ormai non si parla d'altro, a volte con cognizione, a volte a sproposito.

Il mio pensiero resta quello che ho già esposto in molte occasioni: la democrazia diretta è roba per popoli molto evoluti e molto preparati e magari composti di poche migliaia di cittadini. In un paese abitato da milioni di persone prive di "strumenti conoscitivi adeguati" (palese eufemismo. Leggasi "popolo bue") è assolutamente inaffidabile.

Particolarmente gustosa l'affannosa ricerca "a posteriori" del suddetto popolo sul significato della crocetta apposta giusto il giorno prima. E altrettanto gustosa la crescita esponenziale di coloro che chiedono di "ripensarci".

Certo, questa è anche un'occasione importante per chiederci "cosa sia questa Europa" di cui ci riempiamo la bocca da decenni senza minimamente occuparci di costruire quello che conta davvero: una visione unica e coordinata almeno in materia di politica estera, fiscale e di difesa. Bastioni che si sarebbero dovuti imbastire come minimo appena dopo aver costruito l'unità monetaria che, anzi, sarebbe dovuta essere una conseguenza e non una premessa alla costruzione di un'Unione degna di tal nome.

Già che ci siamo, riflettiamo anche un po' sulle chiacchiere delle sirene di passaggio, che di "Farage" assortiti trabocca ormai la politica de noantri...

1 commento:

mother ha detto...

Quando i mercati bruciano 650 miliardi di dollari sono soldi di banche, ma spesso di piccoli investitori a cui scaricano azioni spacciate per buon investimento in cambio di denaro accumulato in decenni di lavoro reale o con la promessa di una integrazione alla pensione. I brooker traggono immensi profitti dai crolli in borsa, che permettono di riacquistare azioni a basso prezzo su cui speculare quando il mercato tornerà a crescere. Al contrario un mercato cresciuto troppo inizia a stagnare e rende più difficile la speculazione.
In generale è un processo in mano a pochi (divenuti ancor meno con la contrattazione automatica), poichè i piccoli investitori non comprano o svendono quotidianamente o settimanalmente le azioni, altrimenti verrebbero iscritti nelle alte classi di rischio. Seguono la tecnica del bue.

Quindi il dubbio è evidente: se una popolazione si esprime per il Brexit (quella Europea?! quella inglese?! scozia separata da londra od altre contee?!) ed il ristretto gruppo di speculatori in borsa trae grande vantaggio dalla discontinuità provocata col crollo in borsa, chi ha l'ultima parola?

Un altro bel dubbio è l'insegnamento dell'inglese nelle scuole europee. Non essendo più una lingua di un paese europeo, non unisce di più le nazioni UE se come seconda lingua se ne insegna una di un paese UE, piuttosto che una di un paese extra UE?

Un dubbio frivolo: ma quindi buttano fuori l'inghilterra dagli europei?!

^_^'''