martedì 30 dicembre 2008

Timore reverenziale?


Ooooh... dove l'hai preso?
Ma che bello, questo presepe di cioccolato!
C'è la capanna, Gesù, Giuseppe e Maria, l'asinello e il bue, due pecorelle e un pastore.
Sembra proprio vero, è quasi un peccato mangiarlo.



Mmm, buone però le pecorelle di zucchero.
E il cioccolato è una squisitezza.
Passami l'asinello!
A me un pezzo di tetto.
Anche a me.
E' già sparito il bue?
Ancora un pezzetto, vah!
C'è ancora un pezzetto di capanna?
Delizioso!

...

Tieni, cara...
...e le poggia innanzi Gesù bambino.

No, non ne ho più voglia, mangialo tu.

Dai che è avanzato solo Gesù e la Madonna.

Ma no, basta.
Anch'io ne ho abbastanza.
Si, si: troppo cioccolato non va bene.
Qualcuno lo finisca, non vorrete lasciare lì gli ultimi venti grammi?
No, dai, basta così.
Non si deve esagerare, dopo un pranzo così!
Eh, già.

6 commenti:

Thomas Morton ha detto...

Rituali pagani che si "consumano" ogni anno. Ma alcuni che non hanno nulla da ridire trovano invece blasfemo questo:

http://tinyurl.com/9pgu79

federico ha detto...

LA RANA!!!!!

io sono della "città dello scandalo"...

non sapete che casino ha fatto tra i politici: uno si è pure dimesso!

... e ne ha parlato pure il papa

link
http://ricerca.quotidianiespresso.it/altoadige/archivio/altoadige/2008/08/30/AZ2AZ_AZ203.html

http://www.consiglio.provincia.tn.it/attualita/ansa.it.asp?giorno=20080731

brain_use ha detto...

A dir la verità, da credente, trovo oltremodo buffo che ci sia chi si fa dei problemi a divorare un Gesù di cioccolato.

E credo ci siano aspetti di derivazione ben più paganeggiante anche nella più cristiana ortodossia di culto: immaginette, reliquie, boccettine d'acqua più o meno "santificata" stanno al messaggio di Cristo come il complottismo sta alla ricerca della verità.

"La rana": apriamo un tema di proporzioni gigantesche.

Domandina per i lettori: chi è nel giusto?
Noi occidentali, nel tollerare un'opera d'arte potenzialmemente blasfema?
O parte del mondo musulmano che gridava vendetta per le famose vignette su Maometto (neanche Allah, si badi, ma solo il suo profeta)?

Thomas Morton ha detto...

Io ho linkato la rana, ma in realtà avevo in mente un'altra opera, ben più famosa e ben più controversa (secondo me anche molto bella), di Andres Serrano (non ho voluto linkarla per rispetto ma chi vuole fare una ricerca capirà subito).

Il fatto è che tempo fa lessi proprio un commento a quell'opera dove si faceva notare che la blasfemia di cui l'artista si sarebbe reso colpevole è continuamente perpetuata in realtà proprio da quei tipi di oggetti "kitsch-devoti" che descrivi. Qualche esempio: http://timesonline.typepad.com/faith/2008/07/bad-taste-belie.html

mentre in confronto l'opera di Serrano è ben più permeata di autentico spirito religioso.

Quanto alla libertà d'espressione, io sono a favore sempre. Ma questo non è incompatibile (anzi) col dire che certe cose ci fanno schifo o ci offendono.

federico ha detto...

"secondo me anche molto bella"

ah sì? prova a spiegarmelo allora. E cerca di essere convincente, così magari metto una buona parola a Chi di dovere!

brain_use ha detto...

Per quel che mi riguarda la libertà di espressione è sacrosanta.
La libertà in genere lo è e dovrebbe avere come unico limite il confine in cui urta con la libertà altrui.

Il concetto stesso di blasfemia viene dunque messo in discussione: ciò che può essere blasfemo per un integralista cattolico, potrebbe non esserlo affatto per un ateo, un musulmano, anche un cristiano meno attento all'ortodossia.

Ben venga dunque la libertà di esprimere il proprio pensiero in qualsiasi forma.
Resta ovviamente inteso che, se un certo oggetto/ evento/ manifestazione urta la mia sensibilità personale, devo avere a mia volta la possibilità di evitarlo.

Un po' come per i programmi più o meno spinti o più o meno violenti in tv: finché ho in mano il telecomando, mi basta il preavviso che una certa trasmissione ha contenuti particolari per permettermi di decidere se proseguire nella visione o cambiare canale, senza bisogno che intervenga alcun censore di stato.